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Giovedì 18 agosto 2016: Aberglasney Garden – Wales National Botanic Garden – Swansea

Giovedì 18 agosto 2016: Aberglasney Garden – Wales National Botanic Garden – Swansea

Finisce qui anche la seconda settimana di tour purtroppo, ma ogni giorno nuove bellezze si sommano alle precedenti. Stamani il nostro Inn si è fatto perdonare per la colazione di ieri e ci ha servito ottimi piatti. Una ricca full Welsh per Luca senza funghi né pomodoro molliccio, e beans on toast per me con uovo fritto, tutto molto buono. E poi yogurt, marmellate, toast, frutta e cereali a piacere, tè e caffè come da prassi. L’unico neo del soggiorno è stato il Wi-Fi che in camera proprio non andava. Il gestore ha detto che ha avuto un problema giorni fa e ha chiamato subito l’assistenza, ma “qui non è mica Londra che arrivano in un momento…. qui bisogna aspettare!”

La prima tappa di oggi è molto vicina, in un mini paesino che si nota appena passandoci attraverso, ma che in una zona esterna in mezzo alla campagna racchiude questo piccolo tesoro che si chiama Aberglasney Garden.

Purtroppo questo giardino non fa parte di nessuna associazione per cui dobbiamo pagare il biglietto, ma ci si può stare se il contributo serve a mantenerlo in vita. Anche se non è enorme come altri che abbiamo visitato in passato, è un giardino magnifico, elegante e perfettamente curato, con molte zone diversificate e dedicate a coltivazioni specifiche. C’è la zona del giardino all’italiana con le siepi geometriche, il bosco di conifere, e il walled garden con una moltitudine di fiori colorati che sembrano invadere ogni centimetro disponibile intorno a noi.

C’è l’orto con zucchine e insalate pronte da cogliere, e incredibili alberelli di mele alti non più di mezzo metro e fatti crescere solo in larghezza, con tutte queste piccole mele rosse e gialle appese ai rami come festoni di lampadine a una sagra estiva di paese. Nello stagno galleggiano ninfee bianche grandi come cavoli, e c’è anche una zona con il giardino d’acqua dove un signore sta facendo manutenzione alla vasca, che dovrebbe riempirsi più tardi.

Ci sono boschetti e ponticelli, e una serra dove stanno già crescendo grosse zucche arancioni. Soprattutto ci sono una quantità di dalie bellissime, di molte varietà e colori, spesso mescolate con delle spighe dorate dai ciuffetti soffici come piume, che creano un insieme molto elegante. E naturalmente ci sono ortensie, camelie, magnolie, peonie, lantane e begonie, e molti crochi luciferi dai fiori arancioni che mi piacciono tantissimo e che dovrò trovare dalle nostre parti per piantarli nel nostro giardino.

Su un prato laterale c’è un bellissimo tunnel di tasso molto vecchio, che però non possiamo percorrere perché alcuni giardinieri lo stanno potando e sistemando. C’è anche una bella caffetteria all’ombra della casa principale, di fronte allo stagno, e ne approfittiamo per bere qualcosa di fresco dopo la lunga camminata sotto un sole caldo. Le previsioni TV stamani dicevano che c’era possibilità di pioggia, ma a parte alcune nuvole di passaggio, non si è visto nulla. Meglio, così possiamo girare per questo bel giardino senza senza problemi, in mezzo a questa esplosione di bellezza a un tempo spontanea e controllata, che mostra il meglio di se’ negli spazi che l’uomo ha lasciato a sua disposizione.

La seconda tappa è a pochi chilometri da qui, ci arriviamo in neanche 10 minuti ed è ancora un giardino, stavolta nientemeno che il Giardino Botanico Nazionale del Galles. Tutta dedicata ai fiori, questa giornata. L’ingresso è moderno e molto bello e il biglietto vale una settimana – una cosa carina, per chi lo può sfruttare.

Questo giardino botanico è il più grande del Galles e il più nuovo, è stato inaugurato nel 2000 ed è stato il primo giardino britannico aperto nel nuovo millennio. Un lungo viale con vasche d’acqua e aiuole con piante antiche e grosse rocce conduce fino ai giardini principali, suddivisi per tipologia.

I walled gardens, gli orti, la zona della piante officinali accanto a una bellissima ricostruzione di una farmacia ottocentesca con tutti i vasi allineati sugli scaffali per esporre i rimedi a base naturale, gli oli, le polveri, le essenze, le pomate, gli estratti e tutto quello che la medicina più antica era riuscita a ottenere con l’aiuto della natura.

Ma la zona protagonista di questo giardino botanico è sicuramente la grande serra centrale, una specie di enorme disco volante con il tetto in vetro e le pareti a scivolo ricoperte di prato che è una struttura unica nel suo genere, in quanto è la cupola in vetro a campata unica più grande del mondo. Dentro sono conservati habitat rappresentativi di differenti zone calde della terra, come la California, le Isole Canarie, il Cile, l’Australia e altri luoghi in cui i particolari tipi di vegetazione risultano più a rischio di estinzione.

È molto bella, forse più la struttura che non l’esposizione di piante in sé, ma dentro fa molto caldo così, anche se c’è una caffetteria e abbiamo fame, usciamo a cercare qualcos’altro, visto che ci sono almeno 3 posti che offrono cibo nel giardino. Scegliamo quello nelle vecchie stalle e ci sediamo all’ombra a mangiare sandwich e baguette e bere succhi freschi, e ci prendiamo anche un gelato per combattere il caldo e la fatica.

Dopo una meritata pausa continuiamo il giro e troviamo il Pili Pala (casa delle farfalle) che è forse la cosa che più mi piace di questo posto. Le farfalle non sono moltissime come nel Pili Pala di Anglesey, ma l’ambiente naturale in cui volano qui è eccezionale, di livello davvero alto.

Piante e fiori tropicali sono sistemati in modo da ricreare un ambiente magicamente esotico, e le farfalle che svolazzano in mezzo ai visitatori non fanno che rendere questa serra ancora più affascinante. Quando passiamo davanti alla teca che contiene le crisalidi uno degli inservienti apre il vetro e piano piano libera 3 o 4 farfalle di tipo diverso che sono appena uscite dal loro bozzolo e hanno schiuso lei ali per la prima volta. Stanno provando il loro primo volo, e assistiamo con emozione al loro tentativo di gestire un corpo completamente nuovo che fa cose che quello precedente neppure si sognava di poter fare. Un miracolo della natura che si compie davanti ai nostri occhi stupiti. Bellissimo.

Oltrepassiamo un angolo particolarmente pacifico che ricostruisce un classico giardino giapponese completo di acero rosso e piccolo corso d’acqua, e arriviamo fino al giardino delle api, che si possono ammirare da dietro ai vetri mentre una signora con indosso la tuta protettiva sta eseguendo i lavori necessari al mantenimento delle piante. Ci sono almeno 6 o 7 arnie e in tutte c’è un grande affaccendarsi di questi straordinari piccoli insetti che hanno una così grande importanza per la sopravvivenza del pianeta, e dei quali siamo grandissimi ammiratori.

Uno degli ultimi giardini a tema che raggiungiamo è tra quelli che visito più volentieri perché contiene la collezione delle dalie, decisamente tra i miei fiori preferiti. Un’armonia di forme e colori scintillanti, una sequenza di fuochi d’artificio profumati che incantano la vista. Bellissime.

Tornando indietro passiamo per una zona ampia e libera dominata da un grande edificio elegante, parte della sede amministrativa del giardino botanico, davanti al quale incontriamo una creatura speciale acquattata nel grande prato: un drago. Se non qui, dove?

Il giardino confina con una vasta area di campagna aperta e libera, da dove si diramano alcuni sentieri percorribili a piedi da chi vuole esplorare i dintorni.

Alla fine del giro torniamo verso l’uscita e passiamo per lo shop, dove vendono piante ma anche simpatici accessori da giardino come statuette di animali vari, gufi, pecore, gatti, rane, lontre, topolini, uccellini, papere, tutti bellissimi e – purtroppo – tutti in pietra, dunque pesantissimi e assolutamente impossibili da riportare a casa in aereo. Un vero peccato. C’è anche una caffetteria, e ci sediamo a bere qualcosa, Luca un succo ma io un buon tè, visto che è ora, prima di tornare alla macchina.

Raggiungiamo Swansea e la stanza di stasera in poco più di mezz’ora, in una piccola pensione non lontano dal mare, in questa città famosa per essere il luogo natale di Dylan Thomas. Il signore che ci accoglie è gentilissimo e ci dà istruzioni e consigli per la cena, anche se poi andiamo a mangiare in una zona diversa da quella da lui indicata.

Quindi ci riposiamo finalmente, dopo una lunga giornata a girovagare in mezzo ai fiori. E domani, se tutto va bene, faremo qualcosa di veramente gallese.

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