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Mercoledì 10 agosto 2016: Hay-on-Wye – Brecon-Beacons National Park and Waterfalls – Brecon

Mercoledì 10 agosto 2016: Hay-on-Wye – Brecon-Beacons National Park and Waterfalls – Brecon

La giornata comincia col sole al nostro Inn, in mezzo al verde della campagna inglese. La stanza che ci è stata assegnata è in una piccola dependance a parte dal corpo principale della locanda, e la sala dove facciamo colazione è tutta rivestita in legno, molto bella e di grande carattere. Chiacchieriamo ancora un po’ con Simon prima di ripartire, e lui ci saluta augurandoci di tornare a trovarlo presto. Speriamo.

Lasciamo Shobdon in direzione del Galles, più precisamente verso Hay-on-Wye, conosciuta come la città dei libri. Ci arriviamo in meno di un’ora e parcheggiamo nel grande parcheggio esterno, due ore per 1,50£. La cittadina è mo carina, piccola, con le case in pietra e i giardini curatissimi e pieni di fiori – hanno fiori ovunque, qui – e al momento non c’è troppa gente.

Facciamo un giro per le vie centrali e poi cominciamo ad entrare in alcune delle innumerevoli librerie del centro, che sono un più bella dell’altra e hanno sia la sezione de libri nuovi che quella dei piccoli gioielli usati, o come li chiamano loro, i pre-loved books. Sono tutti negozi antichi con piccole porte a vetri, pavimenti in legno un po’ irregolari e lunghe librerie a vista stracolme di libri di ogni genere e epoca, dalla letteratura alla poesia, dalla cucina ai viaggi, dalla storia al giardinaggio. Decine e decine di metri di scaffalature cariche di volumi di favole, dizionari, fotografia, cinema, mappe, sport, gialli, medicina, zoologia, religione e infiniti altri soggetti.

Una delle librerie più grandi è così fantastica che perdiamo il senso del tempo, e restiamo dentro molto più del previsto. È un posto incredibile dove si respira l’inconfondibile profumo dei libri e del legno degli scaffali, e dove sono state sistemate qua e là poltrone e divanetti per sedersi liberamente a leggere tutto ciò che si vuole. I tre piani, organizzati in maniera efficiente senza però cedere un grammo del loro fascino antico ben lontano dall’anonima freddezza dei negozi moderni, sono completati da una caffetteria e un’area di gioco per i bambini, e c’è persino il bagno con i doppi lavandini, normali e più bassi, adeguati alle esigenze dei piccoli lettori. Questa è certamente la libreria più grande e organizzata del villaggio, ma sono tutte fantastiche, dalle più piccole, strapiene di libri impilati nelle cassette di legno e affastellati lungo le scale, a quelle che si sviluppano su diversi livelli e in più stanze, tra le quali lettori appassionati vagano silenziosi facendo scorrere i loro sguardi attenti e concentrati sulle file di volumi come cani da caccia in cerca del tartufo più prezioso. Le più piccole hanno anche le classiche bancarelle fuori con esposti i volumi usati e la Honesty Box da una parte, si sceglie quello che si vuole e si lasciano i soldi del prezzo nella scatola senza bisogno di entrare. Le mie preferite.

Ci sono talmente tanti volumi fantastici che non so cosa scegliere, mi gira la testa dalla meraviglia. Se il paradiso esiste, deve essere questo. Alla fine prendo un libro che mi ispira e che mi ricorderà sempre questo giorno e questo viaggio, un’autobiografia di Dylan Thomas in una vecchia edizione degli anni ’70, sicuramente in tema con questo giro in terra gallese.

Da Hay-on-Wye ci spostiamo ancora a sud, verso il Brecon-Beacons National Park, lungo una via semi-deserta che attraversa una campagna così bella da sembrare finta. Le uniche creature locali che incontriamo – neanche troppo a sorpresa – sono un gruppetto di pecore paffute che riposano sul ciglio della strada e brucano l’erba fresca, totalmente incuranti delle (rare) auto che passano senza disturbarle. Sembra di essere stati teletrasportati improvvisamente in un angolo di Scozia. Bellissimo.

Quando raggiungiamo Pontneddfechan, dove secondo la guida si trova l’ingresso delle Waterfalls Trail, scopriamo che il centro visitatori è stato traferito da poco e non c’è nessuno che ci possa dare informazioni. C’è comunque una mappa del luogo accanto all’ingresso con segnalati i diversi sentieri che portano alle principali cascate presenti un questo parco naturale (gratuito) conosciuto e frequentato già dai Celti, il Brecon-Beacons Park. Si tratta di uno dei parchi più estesi e importanti di tutto il Galles ed è noto anche come la terra delle cascate per l’abbondanza di ruscelli e salti d’acqua che lo caratterizzano, e per i quali è visitato ogni anno da centinaia di migliaia di appassionati.

Nonostante non ci possiamo considerare hikers professionisti, ci piace molto passeggiare per boschi e luoghi naturali incontaminati quando ci capita l’occasione, quindi non ci facciamo scoraggiare dal fango che ricopre il terreno e ci mettiamo in cammino dopo aver studiato la mappa sistemata vicina all’ingresso del Parco, dando finalmente un senso ai nostri nuovi scarponcini da trekking.

Il primo sentiero non è troppo difficile a parte qualche salita e scalino qua e là e lo percorriamo senza particolari problemi, immersi in un sottobosco fresco e profumato di muschio e legno umido, in un silenzio che scricchiola solo dei nostri passi sulle rocce fangose e delle foglie che frusciano nella brezza leggera. In sottofondo, solo la voce argentata e vivace del ruscello che ci corre a incontro all’infinito.

In una quarantina di minuti siamo alla prima tappa del sentiero, le Lady Falls, belle cascate di acqua rossa e spumosa come birra Ale che si buttano giù per una decina di metri da un piano roccioso nascosto in un angolo di bosco a forma di piccolo anfiteatro. Raggiungiamo il laghetto alla base della cascata, dove ci sono già altri visitatori, scavalcando tronchi e cercando di restare in equilibrio sulle rocce più scivolose senza cadere nelle pozze d’acqua intorno a noi, e mi impegno molto per completare con soddisfazione quella che mi sembra di poter considerare un’impresa niente male. E’ ovvio che non ho ancora visto quello che sto per vedere.

In cima alla cascata ci sono alcuni ragazzi che indossano indubitabilmente il costume da bagno e che si sporgono verso il laghetto con la chiara intenzione di buttarsi giù, da un’altezza che è più o meno quella di un edificio di 3 piani. In basso l’acqua è scura e non si vede nulla sotto la superficie, e poi è gelida e corre via veloce, ma evidentemente questi non sono per loro motivi sufficienti a lasciar perdere. Pochi istanti dopo stanno già prendendo la rincorsa e si tuffano tra alte grida di gioia. Il salto e’ impressionante e spettacolare, e dopo il primo tuffatore parte subito a ruota il secondo, altrettanto entusiasta di godersi il suo giro sulla sua giostra preferita in questo Luna Park della Natura. Come dice Luca, sono cascati nella cascata…

Dopo una breve pausa di riposo proseguiamo oltre la cascata, lungo un altro sentiero che porta più in alto, e dopo altri 40 minuti di percorso lungo il torrente e su per salite rocciose e ponticelli di legno arriviamo alla seconda cascata, più bassa e larga, che si butta a sua volta in una serie di cascatelle più piccole, immerse in un sottobosco fitto e fresco dove risuona solo la voce scintillante e acuta dell’acqua che corre. Uno scenario incantevole.

Alla fine arriviamo ad alcune cascate più alte e spettacolari che si buttano dalle rocce di arenaria in un salto potente, per unirsi alle acque del fiume sottostante come migliaia di cubetti di ghiaccio in un gigantesco bicchiere di whisky. Molto belle. Lungo il sentiero passiamo anche vicino a una grande roccia dalla cima della quale di solito salta altra acqua, che però in questo momento è quasi secca tranne per piccoli rivoli che vengono giù lenti e regolari come tubi che perdono, o come una grondaia durante un temporale. L’emozione di passarci sotto è comunque divertente.

Facciamo un po’ di foto in giro ma ad un certo punto comincia a cadere una pioggerellina leggera, che ci convince che è il momento di cominciare a rientrare. Sono stanca e c’è grandissima umidità, quindi riprendiamo il nostro cammino al contrario nell’aria fresca del bosco, diretti verso il parcheggio dell’auto. Ci vuole un po’, ma alla fine arriviamo di nuovo al cancello che era stato il nostro punto di partenza, e sono contenta di avercela fatta senza problemi. Abbiamo scarpinato nel parco per oltre 2 ore e mezzo! Proprio una bella escursione, in questo parco delle cascate.

Ripartiamo in direzione Brecon e lungo la strada incontriamo nuovamente le nostre amiche pecore che se ne stanno ancora a riposare e brucare l’erba, e che ci osservano passare con una certa sdegnosa, altolocata indifferenza, completamente padrone del territorio circostante. Con buona ragione, direi.

Il nostro B&B di stasera è una magnifica casa a 3 piani con giardino gestita dai proprietari Rodney e Jackie che ci accolgono con grandissimo affetto e cortesia, ci offrono il tè coi biscotti chiacchierando con noi di viaggi fatti e da fare, e ci spiegano le regole della casa. Abbiamo praticamente tutta la mansarda per noi, con una camera romantica nel sottotetto e un lenzuolo di San Gallo sul letto, un bagno grande con morbidi asciugamani profumati, una stanza armadio a parte e un salottino in cima alle scale dove troviamo il necessario per farci tè e caffè. La casa è bellissima e curata in ogni dettaglio, in uno stile tipicamente British. Ci sono soprammobili, stemmi e quadri ovunque, piccoli oggetti decorativi in legno e porcellana lungo le scale, fotografie di famiglia posate in giro, tendine con le ruches alle finestre e un’adorabile collezione di grossi orsi di peluche sistemati su panchette, sedie e mobiletti vari, che popolano le stanze con allegria.

Siamo contentissimi dell’accoglienza e non vorremmo uscire subito, ma è ora di cena e dobbiamo andare a cercare qualcosa da mangiare. Giriamo un po’ a piedi per il paesino e alla fine entriamo in un bistrot che fa anche le Pie, e ne scegliamo una di pollo con i famosi Welsh Leaks, i porri nazionali, che si rivela molto gustosa. Rientriamo un po’ stanchi dopo la lunga giornata, e soprattutto impazienti di goderci la nostra magnifica sistemazione per la notte. Peccato che domani sarà già ora di lasciarla.

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