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Venerdì 3 gennaio 2014: Englischer Garten – Schatzkammer – St Michaelkirche – Viktualienmarkt – Asamkirche – Altstadt

Venerdì 3 gennaio 2014: Englischer Garten – Schatzkammer – St Michaelkirche – Viktualienmarkt – Asamkirche – Altstadt

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Il clima è migliorato stamattina, non fa più tanto freddo e l’aria sembra meno umida. In queste condizioni è piacevole girare per la città alla scoperta dei luoghi più caratteristici. Dopo colazione andiamo alla fermata della U-bahn per raggiungere il centro. La nostra linea di metro è la U1 e i treni di questa linea sono bianchi e celesti e hanno un’aria decisamente vecchiotta, con gli interni in formica zebrata, i sedili in similpelle color carta da zucchero e le maniglie di metallo a scatto per aprire le porte, con un look un po’ anni 70. Comunque è puntualissima e, anche se fa strani rumori, viaggia regolarmente e ci porta dove dobbiamo andare.

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La prima tappa di stamani è un must assoluto per chi viene in città, l’Englischer Garten. Si tratta del parco cittadino più grande d’Europa per estensione, più di Hyde Park (e persino più di Central Park), lungo oltre 5 km e completo di boschi, laghetti, ruscelli e sentieri che collegano le varie zone e gli edifici più interessanti.

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Entriamo più o meno all’altezza di metà parco e procediamo tranquillamente verso sud fino allo Hofgarten, che è dietro alla Residenz. Incontriamo fin da subito corvi, anatre, papere e germani, e anche uno scoiattolo rosso che saltella da un ramo a un altro con una leggerezza e una grazia ineguagliabili.

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Il laghetto principale è molto grande, ha delle isolette con alberi sparse qua e là dove stanno le papere, ed è circondato da boschi di larici e querce bellissimi. Purtroppo, per via della stagione, il verde in giro e’ poco e gli alberi sono spogli, ma il tappeto di foglie rosse crea un bel contrasto con le zone candide dei prati in cui la brina notturna ancora resiste.

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Una parte del lago e’ ancora ghiacciata, uno strato di ghiaccio di oltre un centimetro ricopre la superficie immobile, e restiamo un po’ a guardare le grosse anatre che arrivano in volo e cercano di atterrare sull’acqua, che invece e’ solida, e finiscono per scivolare con le zampe tese come pattinatori maldestri, strillando e sbraitando.

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Uno degli edifici più noti del parco è la Chinesischer Turm, una pagoda cinese in legno costruita alla fine del ‘700 che ospita al suo interno una delle più antiche birrerie della città, con un biergarten esterno dove si possono accomodare oltre 7000 persone. Purtroppo oggi è chiusa e non possiamo entrare, e notiamo che anche altri italiani arrivati fin qui restano delusi. Ci sono davvero moltissimi italiani in città in questi giorni, il 90% dei non tedeschi qui parla italiano.

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Dalla pagoda raggiungiamo il Monopteros, un tempietto a colonne rotondo piazzato su una piccola altura erbosa dalla quale si vede la Skyline della città, con le guglie delle chiese principali, la Residenz e la Neues Rathaus.

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Il parco è davvero molto bello e offre scorci incantevoli, regalando alla città un fascino tutto suo anche fuori stagione. Più avanti incrociamo di nuovo il ruscello, che si allarga e forma una bellissima cascata d’acqua che scroscia e corre veloce sotto al ponte.

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Lì vicino troviamo qualcosa che pensavo proprio non avremmo visto: i surfisti. In questo tratto dove l’acqua corre veloce è stato creato un gradino artificiale che causa una grossa onda continua e molti appassionati vengono qui ad allenarsi, ma credevo che accadesse solo in estate. Invece eccoli qua, con questo clima invernale, a surfare beati in questa corrente gelida. Hanno la muta da sub comprensiva di cuffia e guanti, ma insomma… è pur sempre gennaio! Si lanciano al volo sui loro surf in mezzo all’onda e la cavalcano, alcuni molto bene altri più incerti, e dopo qualche decina di secondi finiscono a tuffo nell’acqua gelata, allegri e soddisfatti come fosse quella dei Caraibi. Restiamo a guardarli insieme a un pubblico di gente incredula e divertita, ma i più divertiti di tutti sono loro, che sembrano davvero spassarsela un mondo.

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Camminando ancora arriviamo vicino allo Hofgarten, dove lungo un vialetto notiamo un cubo di marmo nero con delle incisioni su una delle facce. E’ il monumento che ricorda il gruppo della Rosa Bianca, e in particolare i fratelli Sophie e Hans Scholl, studenti all’Università di Monaco, che ebbero il coraggio di organizzare una specie di resistenza passiva al regime del Reich stampando e distribuendo volantini politici nei quali si illustravano i veri scopi del nazional-socialismo. In pochi mesi i membri della Rosa Bianca furono individuati dalle SS e ghigliottinati in pubblico, dopo un processo farsa durato mezza giornata. In tutta la Germania, solo questi giovani studenti osarono mettere in atto un tentativo di ribellione aperta alla dittatura nazista, pagando il loro coraggio civile a carissimo prezzo.

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Dopo la visita al parco, e visto che ci troviamo di nuovo alla Residenz, facciamo un salto nella chiesa color senape dove sono sepolti alcuni membri della famiglia Wittelsbach.

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Quindi sfruttiamo ancora il nostro ticket Partner per visitare la Schatzkammer, la camera dei tesori reali. A parte corona, scettro, globo e insegne reali, mai usati davvero ma rappresentativi dell’antico potere della famiglia reale, ammiriamo corone del ‘500, spade, calici, crocifissi tempestati di pietre e perle, avorio, tartaruga, corallo, agata, ambra, oro.

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Della collezione reale fanno parte anche numerosi vasi d’argento, coppe, piatti sbalzati e scolpiti come vere opere d’arte, cofanetti ricoperti di gemme e cristalli di rocca, spille, collane, tiare, anelli, tabernacoli, cammei, candelabri, e un’incredibile scultura di San Giorgio a cavallo che uccide il drago tutta tempestata di diamanti e rubini e cesellata nei minimi dettagli, davvero stupenda.

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Dopo la visita alla camera dei tesori facciamo una passeggiata fino in centro ed entriamo di nuovo nella St. Michaelskirche, con la sua notevole navata rinascimentale ampia e luminosa, e scendiamo nella cripta per vedere la tomba di Ludwig II. Un luogo impressionante, sotto diversi punti di vista. Uno spazio non molto grande, basso, con arcate e colonne, e sparsi in giro, quasi come fossero sistemati a caso, una serie di sarcofagi di metallo nero decorati di leoni, corone e croci, alcuni molto grandi, altri piccoli da bambini, con targhette sulle pareti che indicano il nome del principe o della principessa che riposano in quella certa bara. Niente marmo, niente pietra, né statue o angeli, solo piombo e metallo scuro, anche bozzato e ammaccato a volte, e sistemazioni che si potrebbero tranquillamente definire ‘alla rinfusa’.

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Sulla sinistra, unica bara circondata da una ringhiera nera, appare la tomba di Ludwig II, con il suo ritratto alla parete, lo stemma reale, la corona e molte più decorazioni delle altre sepolture. Questa è anche l’unica tomba decorata da fiori, piccoli oggetti portati in dono, rosari e un semplice cuore di paglia. Niente a che vedere con lo sfarzo raffinatissimo di cui il Re Folle si è circondato in vita. Non credo che questa tomba spoglia e cupa gli sarebbe piaciuta. Di certo, questa è la cripta più triste che io abbia mai visto.

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Usciamo dalla chiesa e passiamo di nuovo per il centro città diretti verso Viktualienmarkt, il mercatino della frutta e dei chioschetti di cibo, che finalmente troviamo aperto.

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Molta gente sosta qui per mangiare e riposare, e lo facciamo anche noi, in un piccolo locale sulla piazza con le sedie sistemate sotto un tendone di plastica come in estate, i decori natalizi sui tavoli, le stufe accese e le copertine rosse sulle sedie per stare al caldo. Non fa troppo freddo, ma io me la sistemo subito sulle gambe.

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Mangiamo un’ottima Kartoffelnsuppe, e poi würstel rosso e patate io, würstel viennesi e crauti Luca, tutto buono e caldo. I tavoli sono apparecchiati per 4 e il posto è poco, così dopo un po’ si siede vicino a noi una coppia di americani, e chiacchieriamo un po’ con loro. Sono del Colorado, in vacanza a Brema da un cugino e in viaggio a Monaco per curiosità. Sono molto simpatici e gentili, e ci confermano che presto verranno anche in Toscana a fare un giro. Il marito racconta che a Brema e a Berlino i luoghi e le persone sono diversi da qui, e che suo cugino non ama affatto venire al sud perché il modo di vivere qua è troppo diverso rispetto alle abitudini del nord. Questo mi conferma che la mia scelta di Monaco come primo approccio alla cultura tedesca è stata giusta…

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Dal mercato continuiamo la passeggiata lungo Sendlingerstrasse e visitiamo Asamkirche, la chiesa in stile Rococò più ricca ed elaborata della città. In effetti era nata come cappella privata, creata dai fratelli Asam in onore di San Giovanni Nepomuceno a metà del 1700, ma alla fine venne fuori una chiesa così bella che i cittadini di Monaco li convinsero ad aprirla al pubblico perché tutti potessero ammirarla e andarci a pregare. E’ davvero molto piccola, sarà larga 8 metri e lunga 20 al massimo, ma è fittamente decorata di stucchi, marmi, gessi, dipinti, fregi, angeli, fiori, tralci, statue… non c’è un centimetro libero in tutta la chiesa. Tra gli elementi da notare c’è sicuramente il soffitto affrescato a trompe-l’oeil, che da un’impressione di uno spazio moltiplicato. Un vero gioiellino.

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Torniamo verso Marienplatz e continuiamo a gironzolare per goderci un po’ il centro storico abbellito dalle luci natalizie, e scoviamo anche un negozio speciale dove mi regalo alcuni gomitoli di lana merino per fare uno scialle. Non so se il color senape che ho scelto mi ricorderà di più il giallo preferito del Re Sole bavarese o quello del condimento dei würstel! All’ora di cena non abbiamo fame, ancora sazi della merenda fatta al Viktualienmarkt, così entriamo nella splendida Rathaus Keller, come ci eravamo ripromessi, solo per un dolce e un tè. Il locale, proprio sotto le fondamenta della Rathaus, è un luogo storico di Monaco ed è un posto assolutamente da non perdere quando si capita da queste parti. È tutto decorato e arredato secondo lo stile bavarese classico, con legno, ferro battuto e dipinti alle pareti, ed è immenso, labirintico, tanto che non si sa dove comincia e dove finisce. C’è molta gente e una giusta confusione ma il servizio è impeccabile, e passiamo una bella serata a mangiare ottima torta e chiacchierare in quell’atmosfera confortevole e allegra.

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Alla fine, sulla piazza davanti alla Neues Rathaus col suo splendido Glockspiel ornato di mille guglie, devo capitolare, e finisce che mi compro anche una bandiera. Una piccola, della Baviera, non della Germania, ma la compro convinta. Questa città mi è piaciuta, sto cominciando a orientarmici e a riconoscere edifici e zone, e credo che prima o poi dovremo tornarci per vedere tutto quello che purtroppo non riusciremo a vedere questa volta. In fondo, sono contenta che sia andata così.

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