L'importante non è cosa guardi, ma cosa vedi
 
Clara

Clara

Non si può possedere un gatto, eppure tu per tutti eri mia. Una tua scelta naturalmente, come per tutto il resto. Sei arrivata a casa nostra per una di quelle rare combinazioni di eventi che comportano più conseguenze che spiegazioni plausibili, ma anche se non ti ho portata io, c’è voluto poco per capire che le nostre strade erano destinate a incrociarsi.
I gatti non si possono possedere ma i padroni sì, e a te è bastato pochissimo per avermi.
Subito ho amato i tuoi occhi, immensi, verdissimi, attenti a ogni più piccolo movimento intorno a te, il tuo corpo agile, le zampe un po’ corte con quei piedini bianchi minuscoli, rotondi, perfetti, insospettabilmente capaci di sfoderare artigli affilatissimi, e la tua coda a righe, lunga e preziosa, chiunque abbia osato tentare di toccarla ha imparato all’istante cosa significa “non ci provare”. A mano a mano che crescevi e mettevi da parte la follia dei cuccioli per tirare fuori il tuo carattere adulto, ho imparato a conoscere il tuo modo di fare, dignitoso, regale, altero, completamente libero da qualunque tipo di costrizione esterna che tentasse d’importi quello che non volevi. E l’ho amato profondamente. Lo spettacolo della tua totale indipendenza mi ha incantata, e conquistata. La tua consapevolezza di avere diritto a essere libera di fare tutto ciò che volevi nella maniera che volevi traspariva dal tuo sguardo verde affilato e lucido come una lama, dal linguaggio esatto del tuo corpo, dal silenzio eloquente della tua immobilità.
Dicono che se i gatti potessero parlare, non lo farebbero. E’ la verità, chiunque abbia avuto il privilegio di vivere con un gatto straordinario come te lo sa perfettamente. Eppure noi abbiamo comunicato moltissimo, per 20 anni siamo state sintonizzate sulla stessa frequenza, capaci di comprendere senza bisogno di parole, di sapere senza bisogno di chiedere, di rispettare i limiti reciproci senza doverci mai urtare. E mentre tutti conoscevano la Clara temibile, io vedevo quella buffa, pronta a cogliere ogni occasione di giocare per poi tornare seria senza scomporsi, disposta a sopportare la mia devozione con dignità regale, ricambiandola con la preziosa esclusività di un affetto speciale. Sei stata la Regina della casa, nessuno ne ha mai dubitato, un titolo che ti sei meritata appieno e che hai onorato ogni giorno della tua esistenza regalandoci il privilegio della compagnia di una creatura unica.
E ce lo siamo goduto tutto, io e te, questo tempo lungo e prezioso. Abbiamo condiviso stanze e coperte, carezze e notti, ti ho lasciata dormire pomeriggi interi sui miei libri di scuola, e mi sono fatta rimproverare mille volte per averti passato bocconi del mio cibo. Sono diventata esperta a farti la grotta di piumone, perché l’unica cosa che hai davvero odiato era il freddo, e a non preoccuparmi della pioggia, perché sapevo che non ti saresti mai lasciata bagnare. Hai condiviso con me il mistero dei gatti lasciandoti osservare immobile a fissare una parete vuota, e hai stupito tutti mostrando incredibili doti di cacciatrice nonostante fossi cresciuta in un appartamento. Hai scovato gli angoli migliori della casa per i tuoi pisolini, al fresco del davanzale in estate e attaccata al termosifone in inverno, e non hai mai mendicato il tuo cibo, ti bastava sederti vicino al frigo per dirci che era arrivata l’ora di mangiare.
Ho dormito per anni con la porta socchiusa perché tu potessi entrare e uscire dalla mia stanza a tuo piacimento, e quando poi nella casa nuova hai trovato la porta chiusa, hai imposto ancora la tua volontà imparando ad aprirla per venire da me. Un balzo lievissimo e silenzioso, ed eri sul letto, accovacciata in fondo ai piedi o lungo le gambe, nel punto che più ti piaceva, con gli occhi chiusi e le orecchie attente, per passare la notte accanto a me. Non potrò mai dimenticare il rumore leggero del tuo respiro, con qualche sospiro più profondo mescolato di fusa ogni tanto, e il peso lieve del tuo corpo sulle coperte che mi impediva di muovermi liberamente. Quel piccolo peso che mi bloccava era il peso del tuo amore nei miei confronti, e io non desideravo altro che passare notti scomode e preziose insieme a te.
Ho imparato a sentire la tua presenza anche senza vederti, e a sapere sempre dov’eri anche quando non c’ero. E tu sapevi dov’ero io, sapevi quando era il caso di girare alla larga e quando invece avevo bisogno di sentire vicino un calore amico. Il tuo nome era una delle prime parole che dicevo al telefono ogni volta che ero lontana, le tue abitudini più strane quelle che riuscivo a comprendere meglio.
Altri animali sono passati nella nostra casa, gatti piccoli o adulti, timidi o un po’ matti, e un cane speciale che abbiamo amato moltissimo, ma tu sei sempre stata diversa da tutti – impossibile da paragonare, una presenza a sé, imprescindibile come la colonna portante di un edificio.
Sei stata un punto fermo in anni avari di certezze, una piccola ancora di sicurezza in mezzo a onde a volte lievi a volte enormi. Mi hai insegnato molte cose di me in questi anni, fino alla fine, cose che neanche sospettavo, alcune belle, altre che non avrei mai voluto scoprire.
La tua ultima lezione è la più difficile, però. Devo imparare a stare senza di te. Abituarmi a trovare il giardino vuoto, smettere di cercare il tuo sguardo verde nei tuoi posti preferiti, convincermi che non è la tua voce quella che mi arriva da dietro la porta, né il tuo corpo quello che a volte sembra pesarmi vicino alle gambe. Farò del mio meglio, il tempo mi aiuterà, insieme alla consapevolezza che, se un pezzettino del mio cuore ora è lì con te, tu sarai sempre con me.
Non dimenticherò nulla del nostro tempo insieme, della gioia e del dolore che mi hai regalato, della tristezza e dell’allegria che sono parte della storia delle creature che si amano.
Io che avevo il privilegio di poterlo fare, ti abbraccio stretta, per sempre.
E nella nostra maniera di comunicare fatta soprattutto di gesti e sguardi, riesco a infilare solo un’unica parola, che mi sale direttamente dal cuore. GRAZIE.
So che, anche questa volta, tu mi capirai.

6 commenti

  1. Perdona questo commento che non vuol violare l ‘ intimo legame che ti univa a Clara nè vuol essere invadente…mi hai riportato alla memoria la mia dolcissima Tea e non houto fare a meno di commuovermi.Un bacio grande a te ed alla piccola Clara che ha riempito di gioia la tua vita.

  2. Non sei affatto invadente mia cara Clau, solo gentile e dolce. ;o)

    Visto che hai amato la tua piccola Tea allo stesso modo, so che puoi capire cosa volevo dire nel post, e quanto possano essere speciali certe creature. ;o)

    Grazie per la sensibilità e per la visita, torna ogni volta che vuoi, è sempre bello trovarti qui.

    Un abbraccio grande a te e a presto. :o)
    Sally

  3. Monia

    Non ci sono parole da aggiungere…. Hai raccontato il vostro legame in modo esemplare, mi hai fatto commuovere…. ti abbraccio fortissimo e un bacetto alla cara Clara che veglia sulla sua fantastica e dolce Cristina.

  4. Liseli

    Ciao Sally, ogni tanto vengo a leggere dei tuoi viaggi e ad ammirare i tuoi animaletti di maglia, ma non ho mai commentato. Mi spiace tanto per la tua micia… Cani e gatti purtroppo vivono molto meno di noi. Davvero bello e commovente il ricordo che le hai dedicato.
    Un abbraccio.

  5. Ciao Liseli,
    benvenuta qui, mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento e sapere che ogni tanto passi a trovarmi, grazie mille. :o)
    Le tue parole così gentili mi consolano perché forse vuol dire che sono riuscita a rendere un pochino l’idea di quanto la mia Clara fosse speciale per me, nonostante sia sempre così difficile dire l’amore a parole, e ci tenevo davvero.
    Lei mi manca molto ma so che sono stata fortunata ad averla con me per tanto tempo, e questo non potrà togliermelo mai nessuno.
    Grazie ancora della tua visita e del tuo saluto, spero che ti rifarai viva presto! :o)
    Un abbraccio anche a te,
    Sally

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