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Martedì 15 maggio 2012: Tomar e il Convento do Cristo

Martedì 15 maggio 2012: Tomar e il Convento do Cristo

Ripartiamo da Coimbra prima delle 10 dopo una sostanziosa colazione, riposati e pronti a una nuova giornata di scoperte. La meta di oggi, la piccola cittadina di Tomar, non è molto distante, circa 87 km, che percorriamo in tranquillità evitando le autostrade per goderci il paesaggio rurale della zona. Arriviamo al nostro hotel verso le 11,15 e per fortuna lo troviamo subito senza particolari difficoltà. Le stanze sono semplici e pulite, con un piccolo balconcino, il quartiere è leggermente decentrato e possiamo lasciare la macchina in uno spazio vicino all’entrata senza dover pagare nessun costo extra per il parcheggio. I piccoli centri regalano piccoli, piacevolissimi privilegi. Ci sistemiamo in fretta e usciamo subito con la nostra mappa in mano, alla ricerca della cosa più bella che c’è da visitare qui, il Convento do Cristo.

Nata nel XII secolo come fortezza dei Cavalieri Templari completa di chiesa per officiare le liturgie sacre, fu trasformata nel Convento do Cristo dopo la metà del 1300, quando l’ordine templare fu abolito, per conservarne i tesori e le ricchezze. Per raggiungere il castello si entra in un bellissimo giardino decorato di siepi fiorite e vialetti, e ci si sposta sulla destra, dove si comincia la scalata della collina lungo un sentiero ripido che sale su attraverso un bosco, che magari col fresco sarà anche una piacevole passeggiata, ma con queste temperature estive e sul mezzogiorno mette duramente alla prova le nostre energie. Ma per fortuna il morale è alto, e la voglia di scoprire tutto prevale sulla fatica.

Comunque, alla fine arriviamo fino in cima e ci mettiamo in coda all’ingresso, dove facciamo un biglietto combinato che vale sia per questo convento che per altri due che vedremo domani, così eviteremo le file e avremo anche un piccolo sconto di 3 euro a persona sul totale da pagare. La fortezza è massiccia e imponente, con grosse mura di pietra e torri merlate che hanno saputo difenderla dagli attacchi dei mori e dei nemici dei cristiani per secoli.

Tutto il complesso appare subito imponente e molto interessante, composto da vari edifici costruiti in diverse epoche, una serie di chiostri e la grande chiesa templare.

I primi chiostri che visitiamo sono semplici e lineari, arcate pulite, colonnine sottili, Azulejos alle pareti. Nel Chiostro dei Cimiteri troviamo anche alcune tombe importanti incastonate in eleganti nicchie come pietre preziose. Una di queste è addirittura del fratello del grande navigatore Vasco de Gama, poiché dopo che fu dichiarata la fine dell’Ordine dei Templari nel 1311 il Convento fu dedicato al nuovo Ordine dei Cavalieri di Cristo, di cui uno dei Maestri fu Enrico il Navigatore, che dette notevole impulso alle grandi spedizioni marittime e alle scoperte geografiche vanto dei migliori navigatori portoghesi. Anche sulle vele delle Caravelle dei grandi esploratori, infatti, era sempre presente la croce rossa in campo bianco, simbolo dei Cavalieri Templari e dell’Ordine di Cristo.

Notevole è una minuscola cappella laterale in uno dei chiostri, stretta e lunga con la volta a botte dalle sezioni riquadrate in legno, completamente rivestita di meravigliosi Azulejos che illustrano varie scene della vita di Gesù. I disegni raffigurati sulle piastrelle azzurre sono splendidi, di grande eleganza e raffinatezza, resi ancora più intensamente spirituali dalla sfumatura delicata di blu scelta per realizzarli. E bellissime sono anche le decorazioni geometriche sui lati più bassi delle paretii all’ingresso della cappella, lievemente sfumate di giallo, composte di linee così originali da risultare modernissime.

L’elemento più spettacolare di tutto il complesso è senz’altro la Chiesa dei Templari con la tradizionale Charola, la rotonda romana originale del medioevo che riprende quella del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Otto magnifiche colonne, alte e slanciate, si collegano tra loro tramite archi gotici a formare un deambulatorio particolarissimo di grande eleganza e sofisticatezza, completamente decorato da dipinti e statue policrome, che racchiude e preserva il Crocifisso. Una visione inattesa e affascinante, decisamente diversa da qualunque altro altare di chiesa ci sia capitato di vedere in precedenza.

Secondo la leggenda templare, la forma circolare della chiesa e le sue dimensioni così imponenti permettevano ai cavalieri difensori del Tempio di Cristo di assistere alla messa direttamente a cavallo, così da essere pronti a partire all’istante in qualunque momento ci fosse stato bisogno del loro intervento in aiuto della causa cristiana. Leggende a parte, la Charola è veramente impressionante, un altare dal fascino unico e misterioso capace di catalizzare immediatamente l’attenzione e l’energia di chiunque entri nella chiesa dei Cavalieri di Cristo.

Il complesso, grande e vario, è interessante all’esterno quanto lo è all’interno, dove prevale con prepotenza lo stile architettonico manuelino aggiunto durante le ristrutturazioni del Convento alla fine del 1400 per volere del Re Manuel I. Sontuose decorazioni smerlate, rosoni, archi, guglie, statue in pietra di una magnifica sfumatura dorata e strutture imponenti e regali, fino alla sorpresa inattesa di un elegantissimo chiostro a due livelli completamente diverso da tutto il resto, progettato alla fine del 500 in perfetto stile rinascimentale, con archi, colonnine e fontane, e magnifiche scalinate a chiocciola sistemate a vista nei quattro angoli.

Tra gli elementi più preziosi del Convento, e certo il più famoso, c’è l’enorme finestra della casa capitolare, considerata una delle massime espressioni dello stile manuelino portoghese per la sovrabbondanza e la ricchezza esagerata delle sue decorazioni caratterizzate da elementi marini, corde, alghe, conchiglie e riccioli. Una formazione straordinaria che sembra originare direttamente dalla parete di pietra, un’incrostazione marina preziosa come un gioiello, cesellato dal lavorio incessante delle onde invisibili del tempo. E sopra a tutto, la croce templare. Decisamente originale.

Visitiamo anche la parte del convento in cui risiedevano i Cavalieri di Cristo, con lunghi corridoi silenziosi sui quali si aprivano le piccole semplici celle. Ci sono le cucine comuni, la cappella, la sala delle riunioni, e piccoli chiostri interni nei quali domina un’atmosfera di pace e tranquillità.

La visita del complesso templare è lunga ma molto interessante, e ce la prediamo comoda nel girovagare per questo edificio un po’ mistico un po’ guerriero che è l’attrazione principale della piccola cittadina di Tomar. All’uscita ci accorgiamo che si è fatto abbastanza tardi, e cominciamo a cercare un posto dove poter mangiare qualcosa. Non lontano dal giardino dal quale siamo entrati, in fondo al bosco, c’è uno dei locali consigliati dalla LP, così ci avviamo verso il piccolo ristorante intenzionati a verificare se anche questa volta la segnalazione è affidabile. E lo è, decisamente. I cibi sono gustosi, il locale è carino e accogliente, ma soprattutto la signora è fenomenale, e va ad allungare la nostra lista di signore adorabili dei ristoranti che stiamo incontrando qui. Il tutto per l’incredibile costo finale di 28,00€ in 4. Una sosta davvero gradevole.

Dopo pranzo rientriamo in albergo per riposarci un po’, provati dalla fatica della lunga camminata e dal caldo intenso, e usciamo di nuovo solo dopo le 5. Volevamo vedere un piccolo museo un po’ particolare in una piazzetta non lontana dal nostro hotel, il Museu du Fosforos, che vanta la collezione di fiammiferi più grande d’Europa con oltre 40.000 diverse scatole decorate in ogni modo, ma purtroppo quando arriviamo lì lo troviamo chiuso, nonostante la nostra guida indichi le 19 come orario di chiusura. Così proseguiamo fino in centro gironzolando per stradine e piazzette circondate di edifici rivestiti di Azulejos bellissimi, fino a un piccolo parco con le panchine sistemate lungo un corso d’acqua dove ci sediamo a chiacchierare al fresco.

Visitiamo anche la sinagoga, una delle sole 4 chiese ebraiche presenti in tutto il Portogallo, e anche qui una signora gentilissima ci fornisce spiegazioni dettagliate sulla storia dell’edificio, degli oggetti esposti, delle famiglie ebraiche locali (solo 2 a Tomar) e delle loro tradizioni. Parla solo portoghese e capisce che noi comprendiamo solo in parte le sue parole e non siamo in grado di comunicare con lei se non in un misto di spagnolo e italiano accompagnato da gesti vaghi, ma ci tiene tanto a farci vedere tutto e a condividere con noi quei piccoli tesori, e noi restiamo ad ascoltare i suoi racconti incantati dalla sua cortesia e dalla sua affabilità.

Nella bella Praca da Republica visitiamo anche la Chiesa del paese, e passeggiamo lungo il corso principale dove si concentrano i negozi e i ristoranti. Alla fine ne scegliamo uno con i tavolini all’aperto, dove un cameriere molto gentile ci spiega tutti i piatti del menu e ci consiglia come abbinare sapori e vini. Dopo un po’ di consultazioni e dell’ottimo formaggio locale che nel frattempo gustiamo per antipasto, scegliamo delle terrine di baccalà tritato e mescolato con pure’ di patate e panna gratinato al forno, e lo accompagniamo con vino bianco portoghese. E’ tutto buonissimo e servito con grande cortesia, e nonostante aggiungiamo anche 4 caffè finali spendiamo solo 43,00€ in totale. E il cameriere, alla fine, ci regala perfino 4 bicchierini di Porto bianco! Evviva il Portogallo!

Rientriamo in stanza col fresco della sera, decisi a riposarci un po’ in vista delle esplorazioni che ci aspettano domani. Chissà se saranno interessanti come quella di oggi.

5 commenti

  1. Luca

    Ah Tomar con lo splendido convento e i suoi 10000 chiostri, non finvano più!
    E poi il Tabuleiro, penso uno dei migliori ristoranti dove abbiamo mangiato e quel baccalà gratinato era davvero fenomenale!!!!
    E noi domani si va in Castiglia…
    un abbracione!

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