Il mondo di Sally

L'importante non è cosa guardi, ma cosa vedi
 
Il mondo di Sally

Rose Inglesi

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Un anno fa di questi tempi cominciavamo a spiare i primi boccioli delle nostre nuove piante di rose inglesi arrivate direttamente dal vivaio di David Austin, in Inghilterra, che avevamo scelto una per una con grandissima cura sul sito e sistemato lungo il vialetto del giardino in un posto appositamente creato per loro. E quest’anno, puntualmente, i piccoli cespugli hanno cominciato di nuovo a mettere le foglie, le gemme, e poi a fiorire ancora più copiosamente dell’anno scorso, con nostra grandissima soddisfazione. In pochi giorni si sono schiuse moltissime corolle, rivelando colori straordinariamente intensi e vividi all’interno delle grandi coppe piene di petali. Arancione, giallo, rosa, bianco, fucsia… una meravigliosa fioritura dalle incredibili sfumature che non mi stanco di ammirare ogni volta che ci passo accanto. Persino i nostri vicini sono rimasti colpiti e sono venuti a fare domande e complimenti per tanta bellezza! In realtà il merito non è nostro. A parte i soliti lavoretti di potatura, concimatura e sistemazione del terreno (nei quali anche Luca è diventato bravissimo), il resto è tutto frutto della bellezza e dello splendore naturale di queste piante speciali, che ci regaleranno i loro doni fino alla fine dell’estate.
Eccole dunque qui più nel dettaglio.

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Lady Emma Hamilton, grandi corolle a coppa di un bellissimo color arancio

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Pat Austin, coppe grandi color salmone chiaro per questa varietà che David Austin ha dedicato a sua moglie

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Summer song, coppe grandi e ricche di petali di un incredibile color arancio scuro, come il sole alla fine del tramonto

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Golden celebration, straordinarie maxi coppe di un giallo intensissimo e dalla fioritura ricchissima, le abbiamo scelte anche perché erano le preferite di Serena

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Claire Austin, una splendida, delicatissima rosa color bianco puro che porta il nome della figlia del suo creatore, scelta da noi anche perché era la preferita di Cristina piccola

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Brother Cadfael, coppa media piena di petali di un rosa intenso e delicato insieme, bellissima

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Queen of Sweden, delicatissimo rosa pastello e coppa rotonda, splendida

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Gentle Hermione, una forma che mi piace moltissimo in questa corolla a coppa di un rosa perfetto, una delicatezza incantevole

Violetta

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Nel momento stesso in cui ho deciso di fare un animaletto di lana da regalare a Serena sapevo perfettamente che non avrei certo potuto scegliere un pupazzetto qualunque… Serena è Serena, per lei ci voleva qualcosa di assolutamente speciale. Così ho aspettato l’ispirazione giusta, e quando sono capitata nell’Etsy Shop di Debi Birkin e ho visto questa deliziosa coniglietta ho capito che avevo finalmente trovato quello che cercavo. Non solo perché è dolcissima e molto elegante – il che era imprescindibile, data la destinataria – ma anche perché il coniglietto era corredato di un accessorio molto carino, un cappottino viola in tinta con le scarpette, tutto bordato di bianco, da indossare sopra il vestitino decorato di fiori. Oh là là… très chic! Esattamente quello che mi serviva.
La realizzazione è stata laboriosa ma non difficile, e comunque molto divertente. Con ferri di 3mm e lana sottile ho iniziato le scarpine viola come da indicazioni, e ho continuato attaccando la lana color panna per le gambe e il corpo, che sono lavorati in un unico pezzo montando nuove maglie all’altezza del bacino. Quindi ho fatto la parte chiara delle braccia, e le ho completate usando lana nocciola per le zampette. Una volta cuciti i pezzi ho imbottito tutto abbastanza fermamente lasciando una piccola apertura all’altezza del collo per avere una base più larga sulla quale fissare la testa, che è lavorata partendo da dietro, aumentando per dare la forma rotonda e diminuendo di nuovo a scalare per creare l’effetto tondeggiante del muso. Le orecchie non sono imbottite ma sono lavorate aperte e poi doppiate e cucite con la tecnica invisibile da tappezzeria, che permette di mantenerle morbide e mobili. Per ultima si fa la coda, rotonda e leggermente imbottita. Una volta montate le varie parti della coniglietta e dopo aver ricamato occhi e bocca sul muso, sono passata a fare l’abitino, con scampoli di lana verde e panna. Il davanti e il dietro sono uguali, si fanno separatamente e poi si uniscono sui fianchi con la solita cucitura invisibile. Ho ricamato i fiorellini del bordo con filo arancione e ago da lana, utilizzando per la parte centrale il solito filato viola delle scarpine. Un po’ diverso è stato fare il cappottino, che è la parte tecnicamente più complicata di tutto il lavoro. Si inizia dal fondo e si lavora tutto in un pezzo ad esclusione delle maniche, che sono fatte dopo e attaccate con l’ago. All’altezza degli scalfi si calano le maglie e si procede separatamente su tre parti, le due metà del davanti (compresi i bordi bianchi) e il dietro, fino a ricongiungere tutte le maglie sulle spalle e terminare con la rifinitura bianca. Per il bordo ho scelto una lana sottile nel cui filato scorre una fibra di cotone lucido che crea un effetto arricciato molto particolare, e che una volta lavorata la fa assomigliare a una morbida ed elegante pelliccina. Una volta finito e cucito il cappottino ho attaccato i due bottoni a fiocco, e ne ho messi due uguali anche sulle spalle del vestitino e due sulle scarpette, per completare la mise. In effetti sul modello di Debi Birkin i bottoni erano a forma di carota, ma non si trova a tutti gli angoli un negozio che venda bottoni fatti a forma di carota… E poi questi mi sono sembrati comunque molto adatti allo scopo. Alla fine ero molto soddisfatta del risultato del mio lavoro. Violetta è una coniglietta molto carina, elegante come una modella e dolce come un peluche, con un musetto adorabile e un’aria deliziosamente chic. Credo che a Serena piacerà molto, o almeno lo spero. Io l’ho fatta per lei con tutto il mio cuore, e non vedo l’ora che venga qua in vacanza per potergliela regalare.

Giovanni

giovanni

 

Se le foto si potessero ascoltare, guardando questa si sentirebbe Panic. La dolcezza assoluta, la levità, la bellezza nitida di quel piccolo giro di note che ti prende e ti porta con sé, piano piano…via. Avevo paura che non la eseguisse neppure stasera, a Lucca in estate non l’aveva fatta ma era un Tour diverso quello, suonava con l’orchestra dei Virtuosi Italiani, rimaneva meno spazio per i brani da solista. Questa di Livorno invece era una serata di concerto per Piano Solo, non può non eseguirla mi dicevo per convincermi, la farà di sicuro, dai, come potrebbe escluderla. E infatti ad un certo punto, quasi a sorpresa, eccola lì, salire dal pianoforte nella luce dell’unico riflettore puntato sul palco, ed espandersi nella bolla scura e raccolta del teatro, limpida e perfetta come sempre, incantevole, magicamente nuova ad ogni ascolto. Le dita scivolano veloci e lievi sui tasti, le spalle si curvano sul piano, i capelli lo sfiorano, le note si levano e subito fuggono dalla luce al buio come sciami di farfalle in volo, ora lente ora velocissime, è un’onda, un turbine, un soffio lieve, una carezza, aria che respiri e che ti entra dentro – e ti ritrovi a non respirare nell’attimo in cui tutte le note si nascondono dietro una pausa di silenzio perfetto – per poi tornare a sommergerti nuovamente un momento dopo, e portarti via nel loro volo, farfalla tra le farfalle, a dire la tua paura in maniera esatta eppure così bella che non fa più paura, è solo bella e basta, e vorresti continuare a volarci sopra per sempre.
Naturalmente, è stato bellissimo anche tutto il resto del concerto. Un Orologio degli Dei da togliere il fiato, questo pezzo live è davvero straordinario, una versione incredibilmente toccante di Back to life, tutta l’energia e la libertà della musica in Jazzmatic, la follia virtuosistica di Piano Karate, la forza potente dei sogni di Monolocale 7,30, la dolcezza della resa di Go with the flow, e tanti altri brani suonati con una passione trascinante. E poi nei bis, le ciliegine sulla torta: Aria, per imparare a respirare di nuovo, Come sei veramente, che anche questa live è da rimanere incantati, e persino Prendimi, che io ero già così grata per Panic che non osavo sperarci, e invece eccolo lì, un altro incredibile frullo di farfalle a prendermi per mano e farmi girare e girare in una danza lieve e allegra e gioiosa che mi avvolge e mi porta via con sé. Alla fine inchini, lanci di baci e saluti. Voilà.
Ora io non lo so, se abbiano più ragione i fan o i detrattori di Allevi, non ho le conoscenze tecniche necessarie per dare un giudizio del genere, e in ogni caso, a proposito di questa querelle inutile l’unica cosa che mi viene da dire è “I don’t give a damn’ ”, tanto per usare le parole di uno dei due soli uomini con i baffi che abbia mai trovato affascinanti. Io so solo che anche questa volta un Giovanni emozionatissimo ha interpretato la sua musica con grandissima passione e intensità riuscendo a tenere tutto il teatro con il fiato sospeso, e a portarlo con sé dove voleva. Quelli che pensano che non valga la pena, non vadano, semplicemente. Per quanto mi riguarda, ho passato una bellissima serata, e sono sicura che non la dimenticherò. Per questo, l’unica cosa che mi viene realmente da dire è: grazie Giovanni. Alla prossima.