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Giovedì 21 agosto 2014: Cambridge

Giovedì 21 agosto 2014: Cambridge

Sveglia presto stamani, perché la signora ci ha chiesto di fare colazione alle 8! Fuori c’è il sole finalmente e pare proprio che la giornata butti al bello stabile. La colazione è in una sala al pianterreno di questa grande casa, e piano piano vediamo scendere nella stanza accanto a quella dove mangiamo una serie di bellissimi bimbi biondi con le guance rosee, tutti tra i 2 ai 5 anni, che cominciano a giocare e a chiamare la nonna. La signora ci spiega che sono i suoi nipotini, ospiti da lei con i suoi figli per qualche giorno. Adesso sono in 6, ma in totale ne ha addirittura 9! Tutti maschi! Tra gli ospiti delle varie stanze da gestire e tutti quei figli e nipoti da accontentare… mi sa che avrà una giornata anche più piena della nostra.

Dopo colazione paghiamo e togliamo il disturbo, e in pochi minuti siamo alla stazione di Cambridge. Parcheggiamo e ci avviamo verso il centro a piedi, cercando di capire come orientarci per raggiungere i college che ci interessano di più. In effetti Cambridge è una cittadina piuttosto piccola, e tutti i college principali sono concentrati nella parte più vecchia vicino al fiume Cam, per cui è molto facile da girare. Di fatto, l’Università e la città sono la stessa cosa. Visitiamo subito un paio di belle chiese, di cui una cattolica, e poi raggiungiamo la zona più famosa nel cuore del centro storico dove troviamo l’ingresso del King’s College, uno dei collegi più importanti della città.

Vicino al prato ci ferma un ragazzone alto e simpatico, uno studente di economia, che offre ai visitatori la classica escursione di punting, un giro sul canale con una barchina di legno spinta da una pertica con una tecnica molto simile a quella dei gondolieri, che pare sia un’esperienza da non mancare per chi visita questa città. Anche la nostra guida LP la consiglia vivamente, quindi accettiamo volentieri di prenotare un giro. Contrattiamo un poco sul prezzo e alla fine il ragazzo ci fa il biglietto ridotto riservato agli studenti, perché in fondo non si finisce mai di imparare… Il giro comincia dopo una ventina di minuti, quindi facciamo una passeggiata nei dintorni prima di ritrovarci con altri partecipanti nel luogo prestabilito.

Andiamo tutti a piedi fino al canale, che è nella zona che corre dietro ai collegi, troviamo la barca, larga e piatta, bassa sull’acqua, e siamo accolti da un altro studente che ci farà da guida e da timoniere. Saliamo – o meglio scendiamo – nella barchina e ci sediamo sui cuscini imbottiti, divertiti e pronti a partire per questa insolita esperienza. La giornata è bellissima, è uscito un sole deciso, l’aria è calma e, dato che è abbastanza presto, non c’è ancora troppa confusione, le condizioni sono ideali. E infatti il giro si rivela piacevolissimo, davvero consigliato per chi capiti da queste parti. Un modo diverso e perfetto di vedere e vivere questo posto così eccezionale.

Il nostro timoniere è simpatico e mentre navighiamo ci racconta la storia dei college che si affacciano sul canale, la loro origine e i rapporti che esistono tra queste diverse, antichissime istituzioni. Gli studenti di Cambridge sono oggi circa 20.000 e ognuno sceglie presso quale college vuole stare, a prescindere da dove studia. Adesso è periodo di vacanza e la popolazione studentesca è quasi assente, ma nel periodo di lezione la città si ripopola e torna ad essere molto più vivace. Dal canale vediamo, in una prospettiva impossibile con una visita a piedi, il King’s College, il Queens’ College, il Trinity College, il Clare College e il Magdalen College, che è stato l’ultimo ad ammettere le donne come studenti, addirittura soltanto nel 1988.

Il Queens’ College è uno dei due collegi i cui edifici si trovano su entrambi i lati del canale Cam, che in questo caso sono collegati tra loro dal ponte più famoso della città, il Mathematical Bridge, o Ponte Matematico. La leggenda narra che questo ponte ad arco fatto tutto di piccole sezioni di legno incastrate tra loro fu progettato nientemeno che da Isaac Newton in maniera tale da poter essere montato senza l’ausilio di dadi né bulloni. Poi però, quando andarono a tirarlo su, i costruttori non furono in grado di farlo stare in piedi solo incastrando le tavole di legno e dovettero rassegnarsi a usare anche bulloni e dadi di ferro, e lo stesso dovettero fare quelli che lo smontarono e rimontarono un paio di volte nei secoli successivi, incapaci di mettere in pratica la misteriosa alchimia matematica del grande scienziato inglese.

Ovviamente, come molte altre leggende di questo tipo, anche questa è falsa. Il ponte fu costruito per la prima volta nel 1749, oltre due decenni dopo la morte di Newton, il cui genio matematico purtroppo non ha niente a che fare con questa inconsueta struttura che sembra un po’ un mix tra un antico ponte medievale e un Lego formato gigante. Mi pare comunque una storia molto bella, e un delizioso omaggio a uno dei Senior Fellow di Cambridge più importanti di sempre, che probabilmente rifletteva su come ribaltare definitivamente la visione della Scienza e del mondo che aveva intorno proprio passeggiando lungo le sponde erbose di questo placido canale d’acqua. Avrà pure pensato a qualcosa tipo un ponte, almeno una volta, mentre tornava verso il Trinity…

Dalla barchina che scivola lentamente sull’acqua liscia del canale godiamo anche di una vista privilegiata sul parco, sui giardini e sul bellissimo spazio verde che costeggia il Cam, tranquillo e silenzioso, con le barche che scivolano sull’acqua come grandi foglie leggere. Il giro dura circa 45 minuti, ed è un tempo veramente piacevole che ci farà ricordare questo posto in maniera speciale.

Alla fine scendiamo contenti e salutiamo la nostra guida augurandogli in bocca al lupo per il suo futuro. E certo il suo ha alte probabilità di essere un futuro molto fortunato, con in mano una Laurea presa in un’Università come questa che è tra le prime 3 del mondo, probabilmente la migliore in Europa, e che arriva da una tradizione straordinaria di studenti e insegnanti eccezionali. Fondato subito dopo quello di Oxford alla fine del 1200, nel 1441 il King’s fu definito nelle sue funzioni di collegio universitario da Re Enrico VI, che nel 1446 fece anche iniziare i lavori della famosa King’s College Chapel, completata poi da Enrico VIII e divenuta ben presto la vera punta di diamante di questa famosa istituzione.

La cappella, costruita in stile gotico perpendicolare, è grande e altissima, un lungo rettangolo a una sola navata che si regge in piedi grazie al sistema di pilastri a ventaglio più grande del mondo, con colonne portanti che dai lati si ramificano e si allargano verso il centro del soffitto come enormi ragnatele di pietra, creando una volta senza sostegni che sembra stare su quasi per magia, solo grazie alla forza della sua bellezza. Traforata come un pizzo, leggera come un velo, vertiginosamente lanciata verso il cielo, una vera meraviglia gotica.

La navata unica è circondata da 26 enormi finestre nei cui vetri colorati sono narrate le storie dei Santi, attraverso le quali la luce entra decisa illuminando le file di colonne e le mille incisioni, le infinite volute e le innumerevoli statue che abitano questo spazio incredibile. Un effetto straordinario e raro, che ricorda quell’esempio insuperabile di questo tipo di architettura a vetrate colorate che è la Sainte Chapelle di Parigi. Un impatto davvero impressionante. Persino Cromwell, che ovunque passasse spazzava via tutto senza pietà lasciando solo rovina e devastazione, la risparmiò, non trovando il coraggio – da ex studente di Cambridge – di distruggere un’opera tanto straordinaria.


Circa a metà della navata si incontra il magnifico tramezzo in quercia scolpita donato da Enrico VIII e Anna Bolena in occasione delle loro nozze e che sfoggia ancora le iniziali dei loro nomi reali sulle porte. Su questa possente struttura è sistemato il grande organo, che ancora oggi accompagna regolarmente i canti del coro della Cappella, molto famosi e frequentati dagli appassionati del genere.

Oltre il tramezzo troviamo un altro gioiello all’altezza della tanta magnificenza che ci circonda, un’Adorazione di Gesù Bambino di Rubens di una bellezza splendente, posata sull’altare maggiore come una gemma incastonata in una montatura preziosa. E se il soffitto di questa chiesa è unico al mondo, il pavimento in mattonelle di marmo bianche e nere sorprende per la sua composizione geometrica incredibilmente moderna e originale.

Dall’esterno la King’s Chapel non è meno impressionante che dall’interno, con le sue file di grandi finestre che corrono da un’estremità all’altra rendendo la struttura di pietra leggera come un merletto, le scansioni regolari di pinnacoli che paiono volerla innalzare sempre di più verso il cielo, e le quattro torri identiche agli angoli, sormontate da piccole cupole, che ne fanno una struttura perfettamente simmetrica ed equilibrata. La grazia più pura pare riempirla ed avvolgerla allo stesso tempo.

Quando usciamo ci ritroviamo nel grande prato che fiancheggia l’edificio, e dopo una breve passeggiata sul lato posteriore della cappella siamo di nuovo sulle rive del Cam, in un paradiso di tranquillità, pace e bellezza naturale. Attraversiamo un ponte, sotto il quale continuano a scorrere le barchette silenziose di chi si gode il punting in questa bella giornata estiva, e girovaghiamo in un bellissimo giardino fiorito che pare essere il preferito di molti degli insegnanti, oltre che degli studenti dei collegi qui intorno.

Il King’s College non è l’unico che vale la pena di visitare ovviamente, in effetti tutti i college qui sono pieni di fascino e di grande atmosfera, legata alla consapevolezza che l’università di Cambridge ha regalato al mondo personaggi straordinari in ogni campo, da quello artistico a quello scientifico. Qui studiò e lavorò Erasmo da Rotterdam, ma anche Francis Bacon, e qui fu tradotta la prima Bibbia dal latino all’inglese nel 1611, il cui manoscritto è ancora conservato presso la biblioteca del Trinity College. Studenti di Cambridge furono Darwin, che qui lavorò alla sua teoria dell’evoluzionismo, e qui il genio assoluto di Isaac Newton elaborò i principi della dinamica e della meccanica gravitazionale, oltre a tutti gli altri studi matematici, ottici e filosofici che dalla metà del 600 in poi contribuirono a cambiare il modo di concepire l’Universo stesso. Qui sono stati scoperti gli elettroni, i protoni, l’idrogeno, e la struttura del DNA. Qui Babbage gettò le basi del linguaggio matematico di programmazione del primo calcolatore meccanico della storia e, 100 anni dopo, un altro genio matematico locale, quello di Alan Turing, rese finalmente l’informatica una scienza reale. Qui insegna da 30 anni Stephen Hawking, Fellow del Caius College, che ci ha spiegato come è nato l’Universo, e che pare possedere l’unica mente al mondo in grado di confutare le sue stesse teorie sul Tempo e sullo Spazio. Da qui sono usciti musicisti, filosofi, economisti, scienziati, politici, teologi, scrittori, poeti tra i migliori di ogni secolo, da Marlowe e John Donne a Brooke e E.M. Forster, fino a A.A. Milne, imperdibile autore di ‘Winnie the Pooh’. Cambridge ha formato ben 89 premi Nobel nel corso della sua storia e chissà quanti e quali, tra gli studenti di adesso, lasceranno il loro segno nel mondo.

Dopo il giro di vari collegi, che purtroppo non comprende il famoso Trinity College temporaneamente chiuso per motivi tecnici, cerchiamo un posto dove mangiare qualcosa e scegliamo un locale caratteristico indicato dalla LP come da non perdere, situato poco fuori dal centro storico, il Clowns Café. Scopriamo che è gestito da una ragazza italiana insieme al marito spagnolo, che ci accolgono con calore e ci fanno sentire come a casa. Di solito lasciamo perdere la pasta quando siamo all’estero, quindi il cuoco ci prepara una tortilla di patate calda buonissima, e ci offre un’insalata col pane fresco mentre aspettiamo che sia pronta. E poi, visto che ha cucinato la pasta per sé e per sua moglie, ci porta comunque un piatto di spaghetti al pomodoro piccante, per farci sentire come li fa buoni, e si ferma a chiacchierare un po’ con noi. Alla fine prendiamo anche due caffè bassi e dal gusto intenso proprio all’italiana. Il locale è semplice e insolito, pieno di immagini e statuine di pagliacci un po’ buffi, i gestori sono davvero gentili e tutti quelli che entrano li salutano con affetto, devono essere clienti abituali che tornano qui volentieri per l’atmosfera amichevole oltre che per il buon cibo. Ci riposiamo un po’ in questo posto tranquillo, e al momento del conto abbiamo un’altra bella sorpresa: paghiamo solo la tortilla, la birra e il caffè, il resto è offerto da loro. Restiamo davvero colpiti da tanta cordialità e li ringraziamo di tutto cuore. Questa è stata un’ottima sosta, che non dimenticheremo. A volte basta solo fare bene il proprio lavoro per lasciare un segno, senza bisogno di vincere un Nobel.

Facciamo ancora un giro per le vie centrali di questa cittadina piena di storia e di fascino, alla ricerca di nuovi angoli da fotografare e di qualche souvenir da portare a casa, quindi torniamo verso il parcheggio. Dobbiamo affrontare una tappa abbastanza lunga, di una settantina di miglia, che ci riporta verso le Midlands occidentali. Poco dopo le 19 siamo al nostro Lodge di Rugby, la città natale dello sport omonimo, dove troviamo una bella stanza ad attenderci. Il ragazzo alla reception ci conferma che nell’edificio c’è anche un pub, dove ceniamo con buon cibo locale per concludere questa intensa giornata di visite in cui il bel tempo ci ha accompagnati fino a sera. In attesa delle bellezze di domani.

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