Il giorno della partenza è arrivato anche stavolta, e dopo preparativi veloci e impicci vari da lasciare in sospeso ci infiliamo finalmente nel nastro grigio dell’autostrada, diretti a nord. L’Austria ci aspetta – di tutto il resto torneremo a occuparci nell’anno che verrà.
Il cielo è limpido, l’aria è fredda e bella, e grazie al cielo il traffico della tarda mattinata è scarsissimo. Tiro subito fuori i miei gomitoli blu nuovi nuovi e monto le maglie per il ”Filigrano” che non vedevo l’ora di cominciare, tanto per passare meglio il tempo e non farmi innervosire dalla strada. Anche se il pattern è geometrico e abbastanza facile da seguire le spiegazioni dei punti utilizzati non sono immediatamente chiare, e perdo quasi un’ora per sbrogliare un errore banale. D’altra parte, lo sapevo che di martedì non si comincia mai un lavoro…
La via scorre veloce nonostante tutto, e verso le 4 del pomeriggio siamo già al Brennero, circondati da montagne imponenti e innevate. Acquistiamo la Vignette per l’auto (7,90€ validità 10 giorni) in un piccolo Autogrill dove stanno facendo grandi lavori di costruzione, e poco dopo il confine paghiamo anche il pedaggio di 8,00€ per oltrepassare l’Europabrucke. Raggiungiamo Innsbruck in poco tempo, c’è neve sui marciapiedi e sui tetti ma le strade sono ottime, e il navigatore ci porta a destinazione in pochi minuti. Il Sailer Hotel prenotato online si trova in un edificio antico con le doppie porte in vetro e legno,
la ragazza alla reception è gentile e indossa un abito tradizionale tirolese molto bello. Sistemiamo le nostre cose nella stanza 224 al secondo piano, una camera non grandissima ma accogliente e soprattutto calda, il che è rassicurante vista l’aria gelida che circola qui. Dopo una veloce occhiata alla piantina della città, usciamo per un giro a piedi alla scoperta del centro storico. Fa freddo, comincia a scurire e dopo pochi minuti inizia anche a cadere una neve sottile, l’atmosfera si fa bella e tipicamente nordica. Passeggiamo fino a Marie Theresien Strasse, che si allarga in una piazza rettangolare fiancheggiata da edifici eleganti con a un’estremità una colonna sormontata da una statua di Sant’Anna. Qui, nonostante il famoso periodo dell’Avvento sia già finito, ci sorprende un piccolo mercatino di Natale immerso in uno scintillio di luci.
Facciamo un giro tra le casette illuminate dove sono esposte decine di palline colorate e figurine di legno intagliato, guanti di lana e candele decorate, giocattoli di pezza e biscotti alle spezie, e scegliamo un piccolo angelo di vetro da aggiungere alla collezione di mia mamma.
Molte persone sono radunate intorno ai chioschetti che vendono Glühwein e Würstel arrostiti, un profumo intenso si spande nell’aria mescolandosi alla neve fine, e rimane sospeso in una nuvola di vapore bianco che aleggia sui tetti di legno mentre ci allontaniamo in direzione del centro.
Raggiungiamo Herzog-Friedrich Strasse, nel cuore della città vecchia, e qui, in fondo a due ali di porticati che si aprono sotto palazzi finemente decorati, troviamo il famosissimo Goldenes Dachl, il tettuccio dorato simbolo della città che fa bella mostra di sé, con il suo piccolo porticato, gli intagli, le colonnine e gli affreschi che lo arricchiscono, addossato alla facciata dell’edificio sede del Maximilianeum.
Le luci della sera si mescolano a quelle del grande albero di Natale issato sulla piazzetta e fanno luccicare le sue oltre 2600 scaglie dorate, mentre la neve candida scende piano dal cielo come zucchero a velo.
Continuiamo a passeggiare nelle vie intorno, tra palazzi abbelliti da stucchi e vetrine che sfoggiano una incredibile varietà di oggetti tipici tirolesi, mentre del poco traffico cittadino non si riesce a sentire neppure il rumore lontano.
Gironzoliamo con calma incuriositi da tutto quello che vediamo, e non ci mettiamo molto a capire che una gran parte delle persone che passeggiano nelle vie del centro sono turisti italiani in vacanza – imbacuccati, ciarlieri, ridanciani, costantemente al cellulare con qualcuno che è altrove ma che pare indispensabile dover informare che qui oggi nevica. Inconfondibili. Dopo qualche giro con la mappa alla mano per prendere confidenza con le vie e i quartieri principali cominciamo ad accusare un po’ di stanchezza, così decidiamo di cercare un posto dove mangiare qualcosa. Sappiamo che quassù si cena relativamente presto rispetto alle nostre abitudini, così alla fine ci infiliamo nel tepore del “Goldenes Dachl”, nelle immediate vicinanze dell’omonimo balcone storico, per assaggiare qualche specialità locale. Il ristorante è carino anche se un pò affollato, e familiarizziamo subito con l’usanza tipica di condividere il tavolo con altri avventori. Ci sediamo insieme ad un signore di mezza età che sta mangiando un dolce e bevendo birra mentre riempie schemi di parole crociate sulle sue riviste, e che ci accoglie con un gentile Guten Abend prima di tornare a dedicarsi al suo passatempo. E’ piacevole dividere il tavolo senza risultare invadenti a vicenda, ci si sente graditi e benvenuti. Meglio così, perché dopo le non piacevolissime esperienze di Vienna dell’anno scorso temevamo un po’ il famoso carattere brusco degli austriaci, ma si vede che il Tirolo è ancora abbastanza vicino all’Italia da risentire dell’influenza del carattere conviviale latino, almeno quando si tratta di stare a tavola… Gustiamo un’ottima zuppa calda con Knödel di Speck, Wiener Schnitzel con patate, e un’abbondante padellata di squisiti Gröstl arrosto accompagnati da birra austriaca, e ci concediamo anche un caffè espresso per rinfrancarci un po’, dopo tutto il freddo preso fuori.
Dopo cena usciamo di nuovo nell’aria fredda e torniamo verso l’albergo passeggiando sotto la neve, il primo strato comincia ad attaccare creando un tappeto finissimo sui ciottoli delle vie illuminate dalle luminarie
e sui marciapiedi, dove i bimbi giocano a correre e scivolare. Rientriamo nel calore della nostra camera stanchi e soddisfatti, l’impatto con la città è stato decisamente positivo. La fatica del lavoro e lo stress di fine anno sembrano già appartenere ad un mondo lontanissimo, e ad un tempo che per adesso non ci riguarda più.
Io ci sono stata in estate, tutta un’altra cosa, infatti non mi ha proprio fatto impazzire. In inverno invece sembra più bella e interessante.
I tuoi diari di viaggio fanno sempre venir voglia di partire! 😀
E mi sa che tra un po’ inizio a chiederti lezione di maglia 😉 Lo scialle è davvero bello!
Un abbraccio
Mopo
Ciao knittingbear! ;o)
Noi siamo ci siamo rimasti solo poco più di 2 giorni, ma l’impressione è stata buona a dire la verità.
Sarà che adoriamo i posti con la neve e ne restiamo sempre incantati dovunque la incontriamo… ;o)
Hugs.
Ciao Mopo!! :o)
Grazie, sei sempre molto carina.
Spero che ti piaceranno anche le prossime puntate allora ! :o)
Lo scialle procede, ho deciso di farlo un pochino più grande di quanto indicato dal progetto e ci sto mettendo un pò più tempo, ma pare che venga bene, mi manca poco a cominciare il bordo con la trina.
Speriamo bene!
Per le lezioni sono sempre disponibile…! :o)
Vedrai che se comincerai con la maglia non riuscirai più a smettere! E’ troppo bello! ;o)
Un abbraccio e a presto,
Sally