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Sabato 28 dicembre 2013: Schloss Linderhof e Oberammergau

Sabato 28 dicembre 2013: Schloss Linderhof e Oberammergau

Sembra che ci siamo per davvero, stavolta: si parte per la Germania. Sveglia all’alba, valigie in macchina e via, verso nord. Preferisco pensare che stiamo andando in Baviera, ma insomma, si va. Ora che siamo partiti, sento che sono curiosa di visitare questa terra ancora sconosciuta, così vicina eppure così lontana dal mio orizzonte di viaggio. La mattinata è serena e pulita, la temperatura più alta del previsto, il traffico scarso. Arriviamo in Trentino senza problemi, e lì ritroviamo le più belle montagne del mondo che subito ci circondano e ci vengono incontro, come vecchi amici che aspettavano il nostro ritorno.

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Acquistiamo la Vignette per l’Austria (8,50€), passiamo accanto a Innsbruck, distesa nella sua conchiglia ai piedi delle montagne, bella e diversa senza la neve che la ricopriva quando venimmo qui 2 anni fa, e neanche un’ora dopo oltrepassiamo il cartello che segnala il passaggio del confine. Siamo in Germania.
Procede tutto liscio fino alla nostra prima tappa di oggi, lo Schloss Linderhof, vicino al paese di Ettal, il primo dei molti castelli di Ludwig II di Baviera che abbiamo in programma di visitare. Per parcheggiare si passa davanti a un casottino con una macchinetta dove si inseriscono 2 euro e si riceve un tagliando da esporre sul cruscotto. Non c’è una sbarra e neppure un guardiano, per cui in teoria, se entri a diritto senza pagare, difficilmente qualcuno se ne accorge. Naturalmente, tutti pagano.
Alla biglietteria dello Schloss facciamo il Ticket Partner valido 14 giorni, che per 20,00€ a testa ci permetterà di visitare tutti i palazzi reali di Baviera gestiti dall’amministrazione pubblica, soluzione che avevo visto in internet e che ci conviene decisamente.
Il parco del castello è molto bello, lo si capisce anche adesso che è piuttosto spoglio, senza foglie e fiori ma ugualmente elegante, con la neve che lo imbianca delicatamente. Il sentiero sale e fa una piccola curva, e subito dopo appare un laghetto incastonato tra i boschi e la collinetta del Belvedere, così lucido che pare di cristallo. Sul bordo dell’acqua nuotano diverse anatre e due cigni bianchi, simbolo della casa reale di Baviera e noti per essere gli animali preferiti del padrone di casa Ludwig II, il Re Folle. È grazie a lui se ora siamo qui, a visitare uno dei suoi incredibili castelli di fiaba.

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Qui Ludwig ha vissuto per circa 8 anni verso la fine della sua vita, terminata misteriosamente nelle acque di un lago non lontano da qui quando aveva solo 40 anni, ed era stato già interdetto come incapace di intendere e di volere. Il Re pazzo, cugino dell’imperatrice Sissi d’Austria, che era bellissimo ma anche timido e schivo, era re ma voleva vivere isolato dal mondo, un raffinato sognatore amante del settecento francese, della poesia e della musica di Wagner, che desiderava realizzare tutte le sue più folli fantasie artistiche e che invece doveva fare i conti con le casse dello Stato. Questa la realizzò, comunque, e ora si fa la fila per visitarla.

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La visita è solo guidata, in inglese o in tedesco. Scegliamo l’inglese, e seguiamo con una decina di altre persone una ragazza molto gentile che ci spiega a grandi linee la storia del castello. Che è più una villa in effetti, o un castello in miniatura, completato nel 1879 in stile rococò e ispirato al Petit Trianon di Versailles appartenuto a Maria Antonietta. Se è molto più piccolo di quanto si pensi, il castello è anche molto più ricco di quanto si potrebbe mai immaginare. Le stanze visitabili sono si e no una dozzina, ma mai in nessun castello ci è capitato di vedere una tale concentrazione di decorazioni, stucchi, ori, porcellane, specchi, ritratti, drappeggi, marmi, broccati, e una tale ricchezza di dettagli preziosi, di particolari studiati con cura assoluta, di armonie cromatiche e formali così perfette da lasciare a bocca aperta. Salottini rosa, lilla, o argento con appesi alle pareti i ritratti dei maggiori protagonisti della corte di Versailles, il vero mito di Ludwig II, una sala del trono con un baldacchino dorato decorato da piume di struzzo, una stanza da letto di 100 metri quadrati con un letto di velluto blu sormontato dallo stemma reale bavarese e due consolle con immense specchiere arricchite da cascate straordinarie di fiori in porcellana Meissen, in mezzo alle quali si trova una finestra che si affaccia direttamente sulla scalinata d’acqua che abbellisce il parco esterno, e che viene attivata solo in estate. E poi, stupefacente, una sala da pranzo con un tavolo magico che veniva calato nella stanza di sotto attraverso il pavimento tramite un sistema a manovella, apparecchiato di stoviglie e cibi e fatto risalire su nella stanza del re, che in questo modo evitava di essere disturbato perfino dalla presenza dei camerieri che lo servivano. Ammiriamo una stupenda collezione di vasi di porcellana, un orologio con un meccanismo vecchio di 300 anni, un enorme lampadario in cristallo di Boemia che regge ben 108 candele e pesa 500 kg, chissà come luccicava quando erano tutte accese. E le meraviglie continuano. Soffitti e pareti completamente affrescati con scene mitologiche, statuette di marmo copie perfette di grandi opere del Louvre amate dal re, poltrone e divani di manifattura Gobelin originale, pavoni di porcellana a grandezza naturale, rarissimi tavolini in malachite dono di una zarina di Russia, un incredibile pianoforte verticale decorato all’inverosimile di stucchi dorati fatto costruire apposta per Wagner, che purtroppo non poté mai suonarlo, e il fantastico gioco di specchi dello studio, in cui due enormi specchiere dorate messe una di fronte all’altra moltiplicano all’infinito lo spazio e i decori della stanza, facendo apparire dal nulla una galleria di luce che sembra portare dritta in paradiso! Ma più stupefacente di tutto, un meraviglioso lampadario a bracci ricoperto di ciuffi di fiori e tralci, angeli e corone, tutto completamente scolpito nell’avorio più perfetto! Spettacolare! Mai visto niente di più raffinato ed elegante…un’opera d’arte davvero degna di un Re.
Certo, il risultato finale è decisamente carico, ma in qualche modo riesce e non essere pacchiano, solo straordinariamente sfarzoso. La dimensione ridotta degli ambienti e la quantità inusuale di oggetti eccezionali creano uno strano effetto di bellezza concentrata, dando veramente l’impressione di camminare in un regno miniaturizzato, o in una favola.
Forse un po’ folle lo era davvero Ludwig II, che dormiva di giorno e viveva di notte nella luce magica delle candele, ma di certo sapeva quello che voleva.
Peccato che fino a Marzo il resto degli edifici del parco restino chiusi e non si possano visitare, perché devono essere altrettanto fiabeschi, ma non avrei rinunciato all’atmosfera invernale di questo luogo per nulla al mondo.

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Dopo il giro del castello, che dura una quarantina di minuti, mangiamo qualcosa veloce al chiosco sulla piazza della biglietteria e poi riprendiamo la macchina diretti verso la seconda tappa in programma per oggi, Oberammergau. Questo paesino di poco più di 5000 abitanti dista una dozzina di chilometri da Linderhof ed è famoso come il più bel paese della Baviera con le case dalle facciate dipinte. La tradizione di dipingere grandi scene di vario soggetto sulle facciate delle case c’è anche in Tirolo, la conosciamo ed è molto suggestiva, per cui siamo venuti a vedere se anche qui è bella come ce l’aspettiamo. Lo è.

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Il paesino è veramente eccezionale, con le casette dal tetto a punta e i balconi di legno intagliato, e tutte le facciate completamente dipinte con scene religiose, di caccia, di fiaba, o con semplici decorazioni geometriche colorate. L’effetto è bellissimo, lo sarebbe già con 2 o 3 case così decorate, ma qui sono tutte dipinte: decine di metri quadrati di facciate su cui spuntano enormi angeli, Madonne, pastori, contadini, intagliatori di legno, lupi, conigli, uccelli, orsi, capre, fiori, nuvole…… sembra di camminare in un paese incantato.

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Anche la chiesa è molto bella, semplice e piccola all’esterno, con un campanile dal tetto a cupola e un sorprendente interno ampio e luminoso, in stile barocco, tutto rosa e bianco e molto elegante. Qui si organizza l’evento più famoso del paese, la rappresentazione della Passione di Gesù, che si svolge ogni 10 anni e che coinvolge per mesi oltre 2000 dei 5000 abitanti del posto, un evento che attira qui migliaia di spettatori da tutto il mondo.

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Le decorazioni e le luci natalizie moltiplicano l’effetto magico del posto, e i negozi completano alla perfezione l’atmosfera fiabesca. L’attività artigianale prevalente è la scultura del legno, una lavorazione tradizionale famosa e apprezzata in tutta la Germania, per cui in ogni vetrina si vedono centinaia di figure del presepe, animali di ogni genere, angeli, babbi natali, casette, castelli, madonne, bambinelli, stelle, fiori, alberi, cuori, suonatori, e soprattutto Crocifissi. Ci sono statue di tutte le dimensioni, da pochi centimetri a due metri, lavorate in maniera semplice o scolpite come vere opere d’arte, grezze o colorate, divertenti o più tradizionali, e tutte fantastiche. Non resistiamo, e facciamo anche noi qualche piccolo acquisto in uno di questi meravigliosi negozi.

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E’ buio quando ripartiamo a malincuore da questo paesino di fiaba diretti all’hotel prenotato per stasera, ma di certo non dimenticheremo presto questo posto.

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Facciamo gli ultimi 50 km di oggi per raggiungere Füssen, poco più a nord sulla Romantische Strasse. E’ buio sulla strada secondaria che percorriamo attraverso una zona fatta solo di boschi e rade abitazioni, la temperatura è ormai fissa sotto lo zero e la strada è ghiacciata e scivolosa come una saponetta. Per fortuna arriviamo senza problemi alla Pension Carina, una specie di locanda familiare molto confortevole, dove troviamo gestori gentilissimi e una bella stanza pulitissima e calda. Qui facciamo anche la nostra prima cena tedesca, e Luca si gusta un ottimo stinco alla birra in stile Flinstones con un osso così grosso che esce dal piatto. Hohenschwangau e Neuschwanstein, i due castelli più famosi fatti costruire da Ludwig II, sono ormai vicinissimi, e domattina dopo colazione andremo proprio lì a fare il nostro tanto atteso giro di visita.

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