L'importante non è cosa guardi, ma cosa vedi
 
Domenica 20: Museums Quartier – Kunsthistorisches Museum – Imperial Orchester Wien

Domenica 20: Museums Quartier – Kunsthistorisches Museum – Imperial Orchester Wien

Una sorpresa ci attende stamani all’uscita dall’hotel: il cielo è limpidissimo e azzurro, le nuvole si sono completamente dissolte e l’aria è un cristallo scintillante. st-nicholas Il freddo è intenso come e più dei giorni scorsi, siamo già a -12 di prima mattina, ma vedere finalmente la luce del sole splendere nelle vie e sui palazzi fa venire voglia di camminare, e di respirare a fondo quest’aria croccante e gelida. Raggiungiamo il centro in un’atmosfera di calma assoluta, ci sono pochissime persone in giro e ancora meno auto, il silenzio che ci circonda sembra più adatto ad un piccolo paesino di montagna addormentato che non ad una delle maggiori capitali europee. Facciamo colazione in uno dei locali più noti del centro, Aida, una Caffetteria si due piani proprio di fronte al Duomo dove tutto è decorato in stile anni 50 e arredato con mobili e tessuti sulle tonalità del rosa e del marrone. Nella guida leggiamo che esiste un’intera catena di caffetterie Aida a Vienna, molto apprezzate sia dai turisti che dagli stessi viennesi per l’originalità dei locali ma anche per l’alta qualità dei prodotti offerti. Saliamo al piano superiore e ci sistemiamo ad un tavolino vicino alla vetrata, dalla quale vediamo perfettamente il Duomo con il suo tetto di maiolica che luccica al sole. duomo Un lungo bancone a vetri espone infiniti tipi di dolci, cioccolatini, paste e pasticceria varia, e fette di torta a strati multicolori decisamente invitanti, mentre la macchina del caffè spande nell’aria un profumo squisito. Le cameriere sono solo donne qui, e indossano deliziose divise rosa con tanto di cappellino e calzini in tinta, sembra di essere finiti in un telefilm americano di tanti anni fa. Mangiamo croissant giganti accompagnati da caffellatte viennese con la schiuma, e prima di uscire paghiamo il conto a una paffuta signora di mezza età la cui vestaglietta rosa contrasta sensibilmente con il suo modo un po’ burbero di ringraziarci. Dal centro prendiamo la U-bahn e arriviamo velocemente nel Museums Quartier, un luogo forse unico al mondo mq3 che è di fatto uno straordinario distretto dell’area antica di Vienna dedicato completamente alla cultura. Qui si concentrano molti dei maggiori musei della città affiancati dai servizi più diversi come mostre, coffe shop, attività per ragazzi e per artisti, gallerie, scuole di teatro e di danza e molto altro ancora. mq1 E’ una specie di città nella città dove tutto gira esclusivamente intorno all’arte e dove la creatività trova il suo spazio di espressione più libero. mq2 Gli imponenti palazzi barocchi sono immersi nel silenzio ovattato del paesaggio innevato, tutto è calmo e silenzioso a quest’ora, eppure un senso di vita pulsante si percepisce chiaramente vicino all’entrata del grande museo che è la nostra meta di oggi, il Kunst Historiches Museumkhm1 Finalmente siamo di fronte al più importante museo di Vienna, che è anche uno dei maggiori scrigni di tesori d’arte di tutta Europa. Facciamo una breve coda alla biglietteria (12,00€ a testa) ed entriamo nel calore accogliente del bellissimo palazzo, c’è gente ma non è troppo affollato, e l’atmosfera è piacevolmente familiare. L’emozione di essere qui si fa sentire, e l’idea di passare tutta la giornata all’interno di questo edificio pieno di meraviglie che aspettano solo di essere scoperte è particolarmente invitante. Lasciamo giubbotti e borse al guardaroba e siamo pronti a cominciare il nostro giro, seguendo la piantina che ci hanno dato con i biglietti. L’esposizione è divisa in diverse sezioni, e ogni area espositiva è costruita nello stesso stile delle opere che vi sono raccolte. La prima sezione che attraversiamo è quella Egizia dove sono esposte numerose testimonianze di questa antichissima civiltà, come papiri dipinti, gioielli d’oro e pietre preziose, tessuti di lino, statuette scolpite, sarcofagi a strati decorati di figure coloratissime e mummie fasciate e sistemate con infinita cura. sala-egizia-1 Ogni volta che mi capita di trovarmi davanti a questo tipo di reperti finisce che mi perdo a immaginare la loro storia e il mistero del loro lunghissimo percorso attraverso i secoli, e resto commossa dall’alone di esatta quotidianità che ancora oggi emanano, come una piccola luce che ancora riesce a brillare a distanza di oltre 3000 anni – un arco di tempo che per quanto ci provi non riesco a visualizzare in maniera definita nella mia mente. Tuniche di taglio perfetto, sala-egizia-5 ciabattine di paglia intrecciata, sofisticati pettini per i capelli, sottili gioielli in oro che si potrebbero indossare ancora oggi senza alcuna difficoltà, che invece hanno fatto parte della vita quotidiana di giovani donne egiziane in un tempo in cui la nascita di Cristo e l’origine del calendario sul quale noi contiamo i nostri giorni erano ancora mille anni a venire. C’è persino una piccola mummia di gatto avvolta con cura in bende finissime legate da laccetti di cuoio intrecciati, a testimoniare l’adorazione di questo popolo per questo animale misterioso, e una sorprendente mummia di un piccolo di coccodrillo, che chissà chi e perché decise di dedicare tanto tempo e cura a rendere immortale una creatura così insolita. Poi, papiri srotolati, steli incise da migliaia di simboli misteriosi, sala-egizia-7 statue di faraoni seduti sui loro troni a fissare immobili un eterno futuro, sfingi accovacciate nel loro infinito silenzio. sala-egizia-6 Ci sono anche diversi sarcofagi ancora riempiti delle loro mummie millenarie, sala-egizia-2 che finisco sempre per guardare con un certo disagio sentendomi ogni volta un’intrusa che non è mai stata autorizzata a spiare il sonno eterno di chi, in un tempo e un luogo lontanissimi da qui, era una persona viva e vera, che certo non immaginava che un giorno sarebbe stata esposta agli sguardi curiosi di migliaia di sconosciuti pronti a profanare l’intimo segreto del suo corpo avvolto nel mistero assoluto della morte. Se le meravigliose decorazioni dei sarcofagi dipinti come chiglie di navi che portano il loro passeggero nel lungo viaggio fino al mondo dell’aldilà mi incantano sempre come qualcosa di magico, sala-egizia-3 appena oltrepasso il bordo e poso lo sguardo sul corpo avvolto dalle bende di quei viaggiatori millenari un lieve imbarazzo mi coglie, facendomi sentire di troppo dopo pochi secondi. Forse mi viene da pensare che non mi piacerebbe avere quello stesso destino indiscreto, neppure tra migliaia di anni, così passo defilata accanto alla fila di vascelli allineati nel loro eterno viaggiare immobile e proseguo, raggiungendo Luca nella sezione dell’antichità Romana e Greca. Lo stile cambia di colpo intorno a noi, il tempo ha fatto un balzo in avanti regalandoci saloni arricchiti da colonne e capitelli in marmo, e un’atmosfera molto più familiare, come di un luogo che comunque ci appartiene. classici Qui sono esposti bassorilievi, vasi dipinti, vaso busti, teste, testa statue di giovani guerrieri dai corpi armoniosi e perfetti come quelli degli Dei, e c’è perfino un intero pavimento a mosaico sul quale le piccole tessere colorate sono state sistemate a riprodurre la battaglia tra Teseo e il mitico Minotauro, bellissimo. mosaico Le presenze più importanti qui sono forse i gioielli in oro e pietre dure, e in particolare ci attirano alcuni degli oggetti più incredibili che ci sia capitato di vedere. Sono gemme con cammei straordinariamente incisi, e tra queste le più spettacolari sono sicuramente le più grandi, la “Gemma Claudia”, gemma-claudia la “Gemma Augustea” gemma-augustea e “Nerone e Roma” nerone-e-roma, pezzi di una rarità e una perfezione da lasciare incantati. Alla fine della sezione classica usciamo di nuovo nel grande atrio, da dove saliamo lo scalone doppio decorato di marmi e stucchi che è arricchito da uno spettacolare gruppo marmoreo di Canova raffigurante Teseo nell’atto di uccidere il Minotauro con una clava. canova-2Un’opera potente e drammatica che, nonostante l’innegabile eleganza dei gesti, mi appare sorprendentemente distante dal Canova squisitamente perfetto e lieve visto al Louvre. L’effetto è ottimo e la posizione nella quale la scultura è stata sistemata è perfetta, perché valorizza sia l’opera sia il bellissimo ambiente tutto intorno. canova-1 Se anche questo museo non fosse uno scrigno prezioso quanto luoghi come il Louvre o gli Uffizi dal punto di vista delle opere conservate, di sicuro può essere considerato uno dei palazzi in assoluto più meravigliosi e piacevoli da visitare che abbiamo avuto modo di vedere tra quelli destinati all’esposizione di collezioni artistiche. Al piano superiore raggiungiamo finalmente la pinacoteca, il vero cuore sacro di questo museo, e non ci mettiamo molto a convincerci che il KHM merita a pieno diritto un posto tra i musei più ricchi e importanti del mondo. La collezione è semplicemente meravigliosa per ricchezza e varietà delle opere raccolte e per l’accuratezza e la qualità dell’esposizione, ma quella che mi cattura in maniera imprevista è sicuramente la sala dedicata a Bruegel. Non mi era capitato spesso di poter vedere dal vero opere di questo pittore, le avevo viste soprattutto nei manuali d’arte e nei siti di pittura, ma ancora una volta, come succede per i veri grandi, trovarmi lì davanti a quei colori è un’emozione fulminante, che mi lascia senza parole. Sapevo che mi sarebbe piaciuto certo, ma non credevo che mi avrebbe incantata in questo modo… guardo e non riesco a distogliere lo sguardo da quelle linee semplici e complete, quel colore uniforme, quelle scene quotidiane e universali al tempo stesso. Un regalo, Bruegel, che mi fa il KHM a sorpresa, e che porterò via con me per sempre, insieme alla convinzione che questa sala da sola valga il prezzo del biglietto. Tutto il resto è omaggio, e non è mica roba da poco intendiamoci, ci sono addirittura due Caravaggio, belli da levare il fiato naturalmente e specialmente l’enorme tela della Madonna del rosario, tanto Rubens da far girare la testa, e Tiziano, Veronese, Tintoretto, Velasquez, Dürer, Parmigianino, Antonello da Messina con una delle sue rare e straordinarie Madonne, Giorgione, il bellissimo San Sebastiano di Mantegna, e una piccola Pietà tutta azzurra di Carracci così commovente che stringe il cuore. E poi una delle straordinarie Madonne di Raffaello ritratta in esterno, nel suo fantastico abito rosso arricchito da uno splendido mantello azzurro cielo, con accanto a sé il Bambino e San Giovannino, che è veramente una luce che illumina l’universo, e poi un solo Bronzino ma così bello che lo guardi e pensi che nessuno ha mai dipinto così prima di lui. In un angolo in fondo poi, un altro regalo bellissimo, che non te lo aspetti perché è sistemato malamente, forse l’unica opera in tutta l’esposizione a essere trattata così ingiustamente, in un pezzetto di corridoio ritagliato sull’esterno della sala principale, quasi davanti a una finestra, in un punto insignificante in cui in genere si passa e si tira a diritto senza notare niente in particolare, e invece qui c’è un piccolo gruppetto di visitatori che sostano vicino a un uomo, e avvicinandoci vediamo che è un pittore, ha un cavalletto e una scatola di colori vicino, e un pennello in mano, e sta riproducendo sulla sua tela il dipinto appeso su quella piccola quinta di parete, “Allegoria della pittura”  di Vermeer. Una visione magica che induce automaticamente al silenzio chiunque si avvicini, come per non disturbare il pittore nel quadro impegnato nel suo lavoro. La stanza è intima, ma si percepisce esattamente la tranquillità dell’ambiente, la pesantezza della stoffa di tappezzeria della tenda scostata come un sipario a rivelare la scena in atto, la morbidezza vellutata dell’abito del pittore intento al suo lavoro contrapposta alla croccantezza setosa del vestito azzurro della modella in posa come la Storia che ispira la Pittura, e quella luce delicata che dilaga dalla finestra – invisibile ma presente – sul viso della ragazza, e poi sulla tela e sul pavimento, facendo luccicare appena il metallo del lampadario, e rendendo l’atmosfera luminosa e lieve. Nulla si muove nella stanza, eppure qualcosa sta accadendo, e noi ne siamo testimoni diretti. Una magia, raddoppiata come in un gioco di specchi dall’inattesa presenza di un altro personaggio che sta ritraendo quella scena proprio sotto i nostro occhi – un pittore che ritrae un pittore che ritrae una ragazza… un’esperienza perfetta e tonda come un cerchio. pittori Le emozioni sono tante e continue in questa sezione della pinacoteca, sentiamo c’è bisogno di una pausa per lasciarle sedimentare un po’ prima di aggiungerne delle altre. Si è fatta una certa ora nel frattempo, è il momento giusto per la nostra pausa pranzo. Mangiamo nel piccolo bistrot al primo piano, zuppa, Schnitzel e insalate miste giganti e freschissime, e ci riposiamo un po’ al calduccio del locale. All’esterno l’aria è ancora limpidissima e gelida come stamattina, ce lo testimonia in maniera evidente il mercatino ricoperto di neve che spiamo dalla finestra del palazzo. piazza Dopo la pausa per il pranzo riprendiamo il nostro giro, che passa per le meraviglie dell’arte rinascimentale italiana fino al settecento europeo, e diventa sempre più difficile lasciare una sala per passare nella successiva. Alla fine torniamo per un ultimo sguardo nella sala di Bruegel, e approfittiamo dei comodi divani per starcene un po’ lì davanti a tanta bellezza a guardare e basta, senza fare altro, insieme a pochi altri visitatori, prima di uscire definitivamente da questa sezione. In effetti notiamo che non c’è una folla esagerata qui, non come in altri grandi musei che abbiamo visto, il che rende ancora più piacevole godersi queste opere in tranquillità e senza lotte per la conquista di una buona posizione di osservazione come capita in altri musei. Dopo la pinacoteca saliamo al secondo piano a visitare la collezione di numismatica, una delle più grandi raccolte di monete, medaglie e ordini del mondo, molto interessante. Da lì riscendiamo a pianterreno per una mostra temporanea su Carlo il Calvo Duca di Borgogna, che comprende splendidi abiti originali della metà del 1400, armature, spade, arazzi e dipinti dell’epoca di Carlo. Purtroppo il nostro giro finisce qui perché la collezione di Arti Decorative è chiusa al momento, dove è conservata anche la famosissima saliera in oro di Cellini che non potremo vedere, ma pazienza, sarà per la prossima volta, abbiamo visto così tanti capolavori per oggi che ci basteranno per un pezzo. All’uscita scopriamo che è quasi buio, il mercatino della piazza è pieno di gente che sfida il freddo bevendo tazze di Glühwein bollente tra le bancarelle illuminate. Facciamo un giro e acquistiamo una bellissima pallina in vetro soffiato dipinta con disegni dorati in stile Klimt da regalare alle mie cugine, che siamo sicuri apprezzeranno tantissimo. palline Verso le 19 decidiamo di raggiungere la zona del teatro teatro dove si svolgerà il concerto di stasera della Imperial Orchester Wien, per il quale abbiamo i biglietti da venerdì. E’ presto per entrare ma è decisamente troppo freddo per stare ad aspettare all’aperto, così entriamo nell’unico locale aperto vicino a Beethoven Platz, un McDonald’s piccolo e poco affollato dove ci riscaldiamo con tè e muffin giganti. Scriviamo cartoline e chiacchieriamo scambiandoci impressioni su tutto quello che abbiamo visto, e quando si fa l’ora giusta torniamo al teatro dove altre persone si stanno già radunando. Il Foyer è in un lungo corridoio al primo piano dai soffitti a vela dipinti, foyer e anche la sala da concerto è bellissima, con la volta in legno e colonne che terminano con capitelli dorati. La sala è davvero bella e la nostra posizione abbastanza buona, ci sistemiamo ai nostri posti e ci guardiamo intorno osservando gli altri spettatori che via via stanno arrivando. La gran parte sono evidentemente turisti stranieri, molti giapponesi e francesi, ma c’è anche un gruppetto di italiani che è impossibile non notare. Lo spettacolo comincia in perfetto orario, introdotto da un simpaticissimo presentatore che parla fluentemente almeno tre lingue per spiegare a tutti ogni brano che sarà eseguito, ed è davvero coinvolgente e divertente. L’orchestra è in realtà in versione ridotta, i musicisti sono una decina, tutti giovani e molto bravi, e in diversi brani sono accompagnati da un tenore e un soprano dalle voci splendide o da una coppia di ballerini di danza classica che, in uno spazio ridotto, fa miracoli per eseguire alla perfezione coreografie di grande effetto. concerto I brani del repertorio sono essenzialmente viennesi o comunque classici, cominciano da Mozart per passare a Haydn, Beethoven, Schubert e l’immancabile Strauss, e le esecuzioni sono così brillanti e vivaci da coinvolgere tutto il pubblico in un entusiasmo dilagante. Nell’intervallo ci gustiamo la nostra flute di champagne offertaci dal buono omaggio che ci aveva regalato il ragazzo al momento della prenotazione, e conserviamo come ricordo il sughero raccolto tra quelli lanciati del presentatore prima dell’esecuzione dello Champagner Gallop. Anche la seconda parte del concerto è molto vivace e le esecuzioni dei giovani musicisti sono impeccabili, soprattutto quella della talentuosissima ragazza che è il primo violino, e il pubblico partecipa con grandi applausi allo spettacolo. Alla fine abbiamo l’impressione che il tempo sia trascorso troppo velocemente, ed è un peccato lasciare la bellissima sala da concerto e tutta quella musica meravigliosa per rientrare nel mondo reale. Che è ancora gelido naturalmente, soprattutto a quest’ora di sera. Arriviamo con facilità a Wien Mitte wien-mitte e siamo al nostro Hotel in poco tempo, soddisfatti per com’è andata questa domenica dedicata alla cultura. E peccato che domani sia già il nostro ultimo giorno di soggiorno in questa città piena di bellezza…

2 commenti

  1. Maria Grazia

    Arrivo fresca fresca da Vienna e quanto letto mi ha riportato per un ‘attimo in quella splendida città: piena d’arte,bellezze
    architettoniche,musei ricchi e imponenti,città pulitissima ,veramente un’altro mondo!!

  2. Ciao Maria Grazia! :o)
    Grazie molte di aver lasciato il tuo commento, mi fa piacere sentire che anche a te è piaciuta questa splendida città.
    Quanta arte, quanta bellezza, quanta storia ci si incontrano… Spero di poterci tornare presto, magari con un clima migliore di quello che abbiamo trovato in dicembre…
    D’altra parte, col freddo la cioccolata calda è l’ideale ! :o)
    A presto.

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