Il mondo di Sally

L'importante non è cosa guardi, ma cosa vedi
 
Il mondo di Sally

Us (you and me)

A volte capita di scoprire piccoli pattern semplicissimi ma capaci di regalare soddisfazioni speciali, e questo è senz’altro uno di quei casi. Le istruzioni le ho trovate sul supplemento “Beautiful Toys to knit” in omaggio con il numero 66 di Simply Knitting di Maggio 2010, e come già anticipato, non appena ho visto queste simpatiche galline ho saputo che le avrei fatte. Con le mie solite modifiche, ovviamente.

Nel progetto originale i soggetti erano 3 ed erano lavorati con colori pastello, invece io ho scelto dalle mie scatole di gomitoli solo due colori, un bel verde brillante e un celeste intenso, per riprodurre le sfumature delle tinte della nostra cucina. Un piccolo spazio su una mensola sopra alla penisola della colazione, infatti, mi ha dato l’idea di dove avrei potuto sistemare queste galline una volta realizzate, e da lì a decidere di farne una coppia che rappresentasse proprio noi due il passo è stato brevissimo.

Il corpo conico è lavorato con ferri di 3,5mm partendo dalla base e scalando le maglie a mano a mano che si sale per ottenere la forma voluta. La base di appoggio della gallina è lavorata a parte, un triangolo di maglie che finisce a punta, ed è poi cucita lungo il bordo inferiore del cono con ago da lana e punti nascosti. Una volta attaccata la base al corpo si procede a unire i due lembi posteriori partendo dalla punta del triangolo della base e salendo su con cucitura a tappezzeria, e arrivati circa a metà del dietro si comincia a inserire l’imbottitura interna, prima che l’apertura diventi troppo stretta per poterci lavorare in maniera agevole.

Dato che l’animale è piccolo mi serviva un’imbottitura più pesante della semplice fibra, per dare consistenza e peso al corpo ed evitare che si rovesciasse con troppa facilità. Con l’aiuto di mia mamma ho preparato dei sacchettini di tulle larghi come la base delle galline e lunghi poco meno di tutta l’altezza, e ho usato dei grani di plastica dura per riempirli per almeno tre quarti. Per lo spazio rimanente ho avuto un’idea diversa: in un pianetto della cucina conservo ancora un sacchetto di riso avanzato dai festeggiamenti del nostro matrimonio, e ho pensato che nulla meglio di questo testimone originale di un evento così importante nella nostra vita avrebbe potuto aggiungere significato e unicità a questa piccola coppia. Così ho messo un pugno di quel riso speciale all’interno di ognuno dei due sacchettini di tulle fino a riempirli, e li ho chiusi con un fiocco fatto con pezzetto di filo di lana. Una volta inseriti i sacchetti nei corpi delle galline ho finito di imbottirle con la solita fibra di cotone che utilizzo per tutti i miei progetti di animali, per rendere l’aspetto esteriore più morbido e soffice e per riempire anche quelle parti più strette come la punta della testa che erano rimaste vuote.

Il becco è un triangolo di poche maglie lavorate a punto legaccio e cucito a punti nascosti pochi centimetri al di sotto della punta della testa. Le zampe invece si cominciano dalle tre dita montando e smontando 5 maglie con lana arancione, e proseguendo poi con la tecnica dell’I-cord e ferri a 2 punte di 3,5mm per la gambina, che si lavora per circa 12 centimetri e si annoda all’altezza del ginocchio. Dopo aver fermato le zampe ai lati del corpo si cuciono due perline nere al posto degli occhi e si passa agli ultimi dettagli della cresta e della coda, da fare con un uncinetto del 3,5. La cresta è una catenella di 30 maglie chiusa a formare 3 anelli di lana arancione di 10 maglie ciascuno, mentre la coda è formata da una serie di anelli di catenelle colorate di diverse misure da unire insieme e attaccare alla base delle galline. Infine, utilizzando come sagoma un grosso bottone per essere più precisa possibile, ho ricamato tre cerchi a punto filza sparsi qua e là sul corpo delle galline, per aggiungere colore e decorarle in maniera vivace.

L’ultimissimo dettaglio, comunque, non l’ho fatto io. Visto che queste due piccole galline rappresentano noi due, ho chiesto a mio marito il suo personale contributo al progetto, in modo che avessero qualcosa di ognuno di noi. Così lui, che è geniale in questi piccoli lavori, ha utilizzato un sottilissimo filo di ferro argentato e in pochi minuti ha realizzato gli occhiali della “sua” gallina, la blu, che secondo me sono venuti semplicemente perfetti. Gli danno quell’aria distinta e interessante che è proprio il tocco finale che ci voleva…

Non potrei essere più contenta del risultato ottenuto. Questa coppia è dolce, buffa e adorabile quanto desideravo, e ci siamo già tanto affezionati che la nostra cucina non sembrerebbe più la stessa senza di loro lì sedute sulla mensola. Ogni volta che mi capita di incrociarle con lo sguardo, con quelle gambine a penzoloni, mi rubano un sorriso, e una speranza. Che riusciremo anche noi a essere così, e a durare insieme quanto dureranno loro.

Birdhouses

Ho sempre desiderato mettere in giardino una casetta e una piccola mangiatoia per gli uccellini per i freddi mesi invernali, ma non ne avevo mai viste in giro che mi piacessero davvero. Non che avessi provato seriamente a cercarle in effetti, ma solo perché già sapevo che non sarebbe stato facile trovare proprio quello che volevo. Ho chiesto in diverse occasioni in negozi e mercatini, e ho anche curiosato in alcuni siti web dove sono in vendita prodotti di artigianato di svariato genere, ma sempre senza fortuna.
Bene, mi sono detta ad un certo punto, vorrà dire che chi fa da sé fa per tre.
Sapevo di avere qui una libreria virtuale praticamente infinita a mia disposizione, e ci ho trovato questo.
E soprattutto sapevo di avere un marito con le mani magiche, lo spirito creativo e un debole per gli uccellini (oltre ad essere totalmente incapace di dirmi di no…).
Così ho messo insieme le due cose, ci ho soffiato su un po’ del mio entusiasmo, ho aspettato quel minimo di tempo tecnico necessario, et voilà, la magia era fatta.

Perché di magia si tratta, ai miei occhi. Vera e propria. Non che dubitassi delle sue capacità, so benissimo che è un uomo dall’intelligenza fuori dal comune e un perfezionista in ogni cosa che si mette a fare, ma stavolta mi ha lasciata veramente senza parole.


Dopo tutto lui si occupa di tutt’altro, e anche se sa aggiustare qualunque cosa, costruire da zero è un lavoro molto diverso. Sapevo bene che avevo scelto un progetto complicato e non pretendevo certo una riproduzione esatta, mi bastava una versione semplificata di questi modelli tradizionali, tanto per avere qualcosa fatta da lui da tenere in giardino e ammirare con occhi luccicanti, come tutte quelle cose speciali che neppure se hai una collezione di Mastercard te le puoi comprare…
E invece lui è arrivato con queste.





Bellissime. Perfette in ogni dettaglio. Precise e rifinite al millimetro, sia nel design che nei colori. Spettacolari.

In fondo, non mi stupisce più di tanto questo risultato, so che quando fa una cosa la fa sempre al meglio. Si mette lì tutto concentrato nel suo silenzio, con i suoi gesti misurati e precisi, affascinanti, mai sguaiati o superflui, una luce più viva negli occhi, che ridono di sfuggita se si accorge che lo sto osservando, e alla fine pare quasi che la magia si compia da sé. Invece no. E’ lui che è magico, glielo dico sempre io. Potrei stare a guardarlo per ore mentre le sue mani creano piccoli capolavori come questi.

Un altro mio sogno è realizzato. L’ennesimo. Solo grazie a lui.
Adesso non ci resta che spiare dalla finestra per vedere se succede qualcosa, nell’attesa che gli uccellini del giardino si accorgano della novità e si godano al massimo queste piccole meraviglie.

Ulisse

Dopo tanti topi, conigli e galline avevo proprio voglia di provare a fare una cosa diversa, e questo progetto mi è subito parso perfetto. Simpatico, originale, e complicato quanto basta per renderne la realizzazione stimolante. La cosa che mi ha intrigata di più è che questa tartaruga è composta da due parti staccate, il corpo e il guscio, da lavorare separatamente con tecniche differenti, il che rappresentava una novità molto interessante.

Ho cominciato a lavorare il corpo di Ulisse con una lana non troppo fine scelta dalla mia scatola dei gomitoli verdi, utilizzando un set di 4 ferri di bambù a doppia punta di 3,25mm. Si comincia dalla coda e, dalle 12 maglie iniziali equamente distribuite su 3 ferri, si continuano a fare aumenti lavorando in tondo per formare il corpo panciuto, poi si scala per il collo sottile, si torna ad aumentare per la parte larga della testa e infine si scala di nuovo per il muso, creando una forma allungata e buffa che ricorda quella del personaggio di un cartone animato. Anche le 4 zampette, tutte uguali, sono lavorate in tondo su 3 ferri, e qui la cosa è un po’ più difficoltosa a causa delle dimensioni ridotte, ma alla fine il lavoro è fattibile, con un briciolo di pazienza. Dopo aver imbottito e chiuso tutte le parti del corpo con cuciture a tappezzeria si fissano le zampe sui lati e si ricamano gli occhietti neri, e la tartaruga è fatta, almeno per quello che riguarda la parte fisica.

Il guscio è più complicato perché è composto da ben tre pezzi diversi, ma per questo è anche più divertente da realizzare. Per farlo ho scelto un gomitolo di lana verde chiaro e uno verde più scuro da lavorare con ferri dritti di 3,75mm. Per prima cosa si fa la parte superiore, lavorata con i riquadri in contrasto che creano l’impressione delle scaglie del guscio della tartaruga. Ho iniziato con la lana verde chiaro facendo gli aumenti dovuti e lavorando sempre a maglia rasata, e dopo pochi giri ho attaccato anche il filato scuro alternandolo alle maglie verde chiaro e procedendo come indicato dal pattern senza difficoltà, nonostante non avessi ben chiaro fin da subito dove quel lavoro mi stesse portando. All’inizio la lavorazione delle maglie più scure pare risultare stranamente stretta e non parallela a quella delle maglie più chiare, ma andando avanti il lavoro a intarsio diventa più evidente e anche l’effetto finale, e quando ho cominciato a scalare per fare la parte alta del guscio ero perfettamente consapevole che stava venendo tutto esattamente come doveva venire. Una volta fermato il sopra ho fatto il sotto del guscio, esattamente con le stesse maglie e gli stessi aumenti e calati, ma tutto realizzato con la sola lana scura e senza intarsi. Questo, una volta finito, va cucito rovescio contro rovescio al guscio bicolore unendo i bordi con l’ago per creare una specie di fodera interna, che ha essenzialmente due scopi: nascondere gli intrecci dei fili scambiati del sopra e permettere una leggera imbottitura del guscio stesso, che così risulta più voluminoso e consistente, e quindi più simile al solido carapace delle tartarughe reali.

Infine, resta solo da realizzare il pannello inferiore, quello che serve per poter creare l’intercapedine dove alloggiare il corpo dell’animale. Anche questo l’ho fatto con la lana più scura, perché mi piaceva il contrasto che avrebbe poi fatto con il colore chiaro del corpo. Ho lavorato a maglia rasata diritto fino al punto in cui si smontano ai due lati alcune delle maglie, per creare i fori dove far passare le zampe posteriori. Quindi si procede sulle maglie rimaste nella parte centrale dell’addome, e dopo alcuni centimetri si montano nuove maglie ai due lati e si continua fino alla fine per completare la parte alta con gli altri due fori per le zampe anteriori. E’ più facile a farsi che a spiegarsi in effetti, e una volta cucito il pannello con i fori al guscio già fatto, il risultato finale risulta sorprendentemente perfetto.

Resta solo da infilare il corpo nella “conchiglia” fatta su misura per lui, e ammirare l’effetto finale. Che è incredibile in realtà, perché il pattern è tanto esatto e ben spiegato che alla fine del lavoro questa tartarughina sembra proprio vera, e basta metterla nell’ambiente giusto per rischiare di scambiarla per una nuova piccola amica venuta a gironzolare nel giardino.

Quello che mi fa particolarmente felice della buona riuscita di questo progetto non è solo che mi sono molto divertita a realizzarlo. Ci tenevo molto a farlo bene perché, dopo un breve girovagare nei dintorni, questa piccola creatura è partita insieme a Magic Lolly per raggiungere le mani amorevoli di Micol, figlia di Lorella e collezionista di tartarughe, per fare anche lei la sua piccola magia di suscitar sorrisi.

L’ho chiamata Ulisse, come il grande viaggiatore, e gliel’ho mandata con l’augurio che la sua vita sia un viaggio meraviglioso sempre pieno  di avventure straordinarie. Perché come le sagge tartarughe sanno bene, chi va piano va sano e va lontano…